Un volontario ricorda il tragico naufragio del 2013 a Lampedusa

Un volontario ricorda il tragico naufragio del 2013 a Lampedusa: “I ricordi di quel giorno sono indelebili”

Un volontario ricorda il tragico naufragio del 2013 a Lampedusa: “I ricordi di quel giorno sono indelebili”

Redazione  |
venerdì 29 Settembre 2023

Un volontario che era presenta al tragico naufragio del 2013, al largo delle coste di Lampedusa, ricorda e racconta quel giorno

“Quello che rimarrà impresso nella mia memoria è la disperazione dei sopravvissuti di fronte alle bare allineate. Nel pianto collettivo di tutti noi presenti i sopravvissuti, uno dopo l’altro, hanno deposto un fiore su una bara. Non importava se non sapessero a chi appartenesse. Quel gesto costituiva un omaggio alla memoria dei propri cari, dei loro coniugi e dei loro figli”. Così Attilio Del Vicario, di professione architetto ma dal 1997 volontario del Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, ricorda, a distanza di 10 anni, il naufragio che il 3 ottobre del 2013 costò la vita, a poche miglia dalle coste di Lampedusa, a 368 persone. Attilio prese parte ai soccorsi ma nel decennale di quella catastrofe non nasconde il proprio “profondo dolore”.

“È sconcertante constatare come, nei giorni successivi e ancora oggi – dice -, l’attenzione sia concentrata principalmente sul numero delle vittime, trascurando spesso le vite che riusciamo a salvare ogni giorno. È doloroso vedere che la sofferenza di interi popoli, la disperazione che li spinge a rischiare tutto per cercare una vita migliore, sembra non avere fine”.

Dal 2008 Attilio partecipa attivamente a varie missioni di soccorso ai migranti. Quando partì dieci anni fa per Lampedusa pensò che avrebbe svolto il suo servizio di volontariato “come sempre”. “Lo consideravo un’opportunità straordinaria per entrare in contatto con la calorosa comunità di Lampedusa – dice oggi -, un luogo che incarna autenticamente i principi di accoglienza e amore per il prossimo”. Ma l’esperienza vissuta il 3 ottobre 2013 superò “di gran lunga le mie aspettative”.

Il 3 ottobre 2013

“I ricordi di quel giorno sono indelebili – racconta -. Prima dell’alba, insieme alla Guardia costiera e alla Guardia di finanza, abbiamo soccorso e messo in salvo quasi 500 migranti. Fino alle prime ore della notte, siamo rimasti al molo, accogliendo con sorrisi gli ultimi bambini che giungevano, stretti tra le braccia di chi aveva rischiato tutto in mare. La gratitudine e l’affetto di quei bambini erano evidenti, e vedere la gioia di chi era riuscito a sfuggire alla morte in Paesi in guerra e alla miseria ci ha fatto capire quanto il nostro impegno fosse veramente importante. Eravamo lì, io e gli altri volontari, insieme alla Guardia costiera, alla Guardia di finanza e a tutti coloro che, per scelta o per vocazione, avevano fatto del soccorso una missione di vita”.

Sul molo Attilio c’era anche la mattina seguente, alle 7, pronto ad accogliere i sopravvissuti. “La tensione nell’aria era tangibile e non posso negare di aver pregato affinché quella terribile tragedia che si prospettava all’orizzonte non si verificasse – dice -. Abbiamo garantito la nostra presenza sul luogo quando le bare sono state consegnate, accompagnando con esse i corpi delle vittime. Ci siamo dedicati a rendere loro omaggio e a preservare la loro dignità, collaborando con gli esperti della polizia scientifica per l’identificazione di ciascuna delle vittime”, conclude.

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