"All’ospedale Cervello di Palermo il ritorno alla normalità è ancora in itinere" dice il segretario regionale di Cimo Sicilia, Bonsignore.
“All’ospedale Cervello di Palermo, che era stato riconvertito in presidio anti Covid durante la pandemia, il ritorno alla normalità è ancora in itinere. Da tempo avremmo dovuto vedere il ritorno alla base dei reparti di Pediatria e Ortopedia pediatrica e, soprattutto, del Pronto soccorso pediatrico che, invece, restano ‘provvisoriamente’ allocati all’ospedale Villa Sofia”. A dirlo è il segretario regionale di Cimo Sicilia, Giuseppe Bonsignore, che aggiunge: “In tutta Italia si registra in questi giorni un incremento esponenziale dei casi di infezioni da virus sinciziale, in particolar modo nei bambini e nei neonati, con i reparti pediatrici dell’intero territorio nazionale che cominciano ad andare in sofferenza e stanno mettendo in campo i piani per fronteggiare questa nuova emergenza che, come ogni anno, era ampiamente attesa con l’arrivo della stagione fredda”.
L’importanza del Pronto soccorso pediatrico
“Il trasferimento del Pronto soccorso pediatrico – ricorda Bonsignore – era stato programmato per agosto, poi slittato a settembre, infine a ottobre e così via. Sono stati da tempo eseguiti i lavori di ristrutturazione dei locali che dovrebbero accoglierlo, con tutte le sale visita dotate degli standard necessari per fronteggiare anche l’annuale emergenza delle bronchioliti che colpiscono puntualmente bambini e neonati, ma, incomprensibilmente, il trasferimento continua a essere rinviato”. Per il segretario del Cimo Sicilia “il rischio, più che concreto, è che la permanenza in locali non idonei possa comportare problemi assistenziali anche gravi nel breve periodo, visto che il picco delle infezioni respiratorie pediatriche è previsto per fine anno. È necessario fare presto e riportare il Pronto soccorso pediatrico nella sua naturale allocazione, con le necessarie dotazioni strumentali e in ambienti consoni, dove il personale sanitario sarà in grado di fornire una più adeguata assistenza. Questo ritardo è a dir poco inaccettabile – conclude Bonsignore -, il tempo delle chiacchiere è ampiamente scaduto”.