Studenti in piazza lunedì a Palermo per esprimere la propria "indignazione" dopo i fatti di Pisa, Catania e Firenze.
Studenti in piazza lunedì a Palermo per esprimere la propria “indignazione” dopo i fatti di Pisa, Catania e Firenze e contro “un governo che non stanzia fondi per l’edilizia scolastica“. La manifestazione è indetta dal ‘Coordinamento studenti in lotta’ e il corteo dopo il concentramento a piazza Verdi, alle 9, proseguirà sino a raggiungere Palazzo Comitini, in via Maqueda. “Questo è un governo che ci vorrebbe omologati, che vuole uccidere il nostro pensiero critico, che reprime chi dissente rispetto alle politiche nazionali perseguite e che vuole zittire chi osa parlare del genocidio in corso in Palestina” dicono gli organizzatori, che chiedono “una scuola diametralmente opposta alle linee dettate dall’attuale esecutivo, che, in perfetta continuità con le politiche di divisione sociale, mira a creare studenti di serie A e di serie B, normalizzando logiche di mortificazione e sfruttamento”.
Scuola inclusiva, egualitaria e senza distinzioni
“Vogliamo una scuola inclusiva ed egualitaria – si legge in una nota del ‘Coordinamento studenti in lotta’ -: senza distinzioni fra chi può permettersi i libri e chi no, chi può accedere a un’istruzione privata e chi no. Una scuola opposta alla narrazione di guerra ai poveri e ‘umiliazione’ del ministro Valditara. La scuola che vogliamo è transfemminista, è antimafia, è presidio di lotta e cura, è una scuola dove la salute mentale, psicologica e sessuoaffettiva è al primo posto, dove ci vengono dati strumenti di comprensione del presente, dove il pensiero critico viene non represso ma coltivato, è una scuola con spazi e momenti di autogestione”. “Pretendiamo una scuola che metta in critica i programmi educativi – dicono gli organizzatori della protesta – e la stessa impostazione della scuola che è fortemente machista, che metta in luce la lotta alla violenza di genere e che si opponga ai ruoli sociali dettati dai valori di mascolinità e femminilità. Pretendiamo una scuola in cui tutti siano nelle condizioni di esprimere se stessi senza timore di essere repressi e puniti”.