Un corteo lungo il corso Vittorio Emanuele per raggiungere palazzo d'Orleans dove nel pomeriggio sono stati ricevuti dall'assessore all'agricoltura Luca Sammartino. Vari gli interventi proposti.
L’assessore Sammartino, a palazzo d’Orleans, ha ricevuto tre dei delegati della folta manifestazione che questa mattina ha attraversato il Cassaro per raggiungere piazza Indipendenza in protesta contro le politiche che negli ultimi decenni hanno soffocato il comparto agroalimentare siciliano.Le istanze, di base, rimangono le stesse sbandierate all’inizio di questa lunga marcia dei trattori partita ormai tre mesi addietro.
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L’agroalimentare siciliano vuole, sopra ogni cosa, leggi che tutelino i prodotti sani della Sicilia e li difenda dalla concorrenza delle importazioni. Ma ci sono anche altri problemi, dai cinghiali sulle Madonie alla crisi idrica passando per norme che non consentono alle aziende di operare con margini di utile accettabili.
All’incontro erano presenti anche il capo della segreteria particolare del presidente della Regione, Marcello Caruso, e i dirigenti dei dipartimenti dell’Agricoltura, Dario Cartabellotta, e della Pesca mediterranea, Alberto Pulizzi, oltre ad alcuni sindaci siciliani che hanno rappresentato le difficoltà dei territori.
Le rassicurazioni dell’assessore Sammartino
L’assessore Sammartino, secondo quanto ci riferiscono gli agricoltori della delegazione, ha confermato l’attenzione posta alla crisi agroalimentare, rassicurando i presenti cui ha aperto il tavolo tecnico permanente per andare incontro, man mano, alla risoluzione di parte dei problemi.
Anche la richiesta dello stato di emergenza inviata al ministro Lollobrigida è stata recepita come una positiva apertura dell’assessorato regionale. Anche la zootecnia ha avuto rassicurazioni da Sammartino. Tra gli interventi promessi, anche un servizio di autobotti per rifornire di acqua gli allevamenti.
“Il governo regionale ha risposto al grido di allarme di chi da settimane sta manifestando in tutta la Sicilia e ha accolto subito la richiesta di istituire un tavolo di crisi permanente con tutti i soggetti coinvolti, così da avere l’opportunità di scambiarci informazioni ma soprattutto tenere tutti aggiornati sui provvedimenti che il governo Schifani ha messo e metterà in campo, grazie anche alla collaborazione col governo nazionale”, dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura e vicepresidente della Regione Siciliana, Luca Sammartino.
“In queste ore – ha aggiunto Sammartino – stiamo lavorando alla richiesta di emergenza nazionale che presenteremo alla Presidenza del Consiglio dei ministri e che ci permetterà di dare un aiuto concreto a chi ha manifestato oggi e a chi oggi non c’era, ma subisce il cambiamento climatico e la crisi economica. La produzione delle nostre materie prime è a rischio e questo è un fatto molto grave anche per l’importanza che queste rivestono nei mercati. Il governo regionale è al fianco degli agricoltori e dei pescatori siciliani e lo sta dimostrando con le iniziative attuate affinché questo momento di difficoltà possa essere superato tutti assieme”.
E quelle di Schifani
“La preoccupazione degli agricoltori e dei pescatori siciliani non resterà inascoltata. Il mio governo sta facendo tutto quanto in proprio potere per tamponare tempestivamente l’emergenza, dovuta tra l’altro al cambiamento climatico, ma anche per sensibilizzare la politica nazionale e comunitaria al fine di trovare soluzioni a lungo termine che tutelino le nostre produzioni”. Lo dice il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, oggi a Roma per impegni istituzionali.
Le richieste dei tre agricoltori
Le nuove emergenze
“Noi siamo qua, penso sia chiaro ormai a tutti, per rivendicare i motivi dei disagi che un po’ tutte le aziende agricole stanno attraversando”, ci aveva detto prima dell’incontro l’agricoltore Salvatore Cappadonia, uno dei promotori dei “Comitati spontanei uniti” e della manifestazione di ieri, davanti il palazzo della presidenza della Regione Siciliana. Il cumulo di leggi e norme che regolamentano il comparto agroalimentare, dice Cappadonia, “ormai è diventato una montagna”. Questa insormontabile montagna è solo la parte legislativa dei problemi che stanno soffocando agricoltori ed allevatori siciliani. A pesare adesso gravemente sugli ostacoli già accusati degli ultimi vent’anni ci sono le nuove emergenze, come quella climatica con annessa siccità e carenza idrica, e le norme europee che regolamentano le importazioni di quei prodotti oggi troppo competitivi per le piccole e medie aziende agricole siciliane.
Disagi da presentare a livello europeo
Vincenzo Scozzari, altro agricoltore che ha aderito al comitato, risponde in modo inequivocabile alla domanda che abbiamo posto sulle politiche in favore del comparto portate avanti dall’Unione europea dopo le prime marce dei trattori d’oltralpe: “In questo momento sì, vanno a vantaggio degli altri paesi ma non dei siciliani”. I trattori, davanti palazzo d’Orleans ci sono arrivati con un obiettivo, come spiega Salvatore Cappadonia: “Siamo qui soprattutto per delegare i nostri rappresentanti istituzionali affinché si facciano portavoce di quelli che sono i nostri disagi, a livello nazionale e soprattutto a livello europeo; fermo restando che la nostra delega deve essere un sostegno che ci deve a sua volta sostenere, perché altrimenti è chiaro che la protesta non si fermerà qui ma avrà anche una motivazione”.
La marcia dei trattori arrivata “fin qui”, al cospetto della presidenza della Regione, contava circa tremila persone, una dozzina di fasce tricolore in rappresentanza di alcuni comuni siciliani da cui sono partiti gli agricoltori, tre trattori – uno dei quali in corteo e gli altri parcheggiati già al mattino davanti palazzo d’Orleans – e tante bandiere della Regione Siciliana sventolate al suono di campanacci da bestiame e fischietti.
I due comparti del movimento dei trattori
Gli operatori delle aziende agricole siciliane hanno dato quindi una prova di forza, malgrado il movimento dei trattori sia adesso spaccato in due con i “Comitati spontanei agricoltori uniti” da una parte, in piazza oggi, ed il movimento dei trattori “La Sicilia alza la voce” dall’altra. Questa seconda cordata di operatori del comparto manifesterà venerdì a Palermo con la stessa meta: palazzo d’Orleans.
Il comparto, determinato nel raggiungere i propri obiettivi, malgrado i movimenti separati, è forte del sostegno che il territorio offre loro per due probabili buone ragioni. Una è la salute dei consumatori che il prodotto della piccola e media azienda agricola siciliana garantisce molto più delle importazioni, l’altro è il rischio sociale che si abbatterebbe sui territori dell’entroterra già spopolati nel caso di una epidemia di fallimenti delle aziende agricole che ne sostengono l’economia e quindi il tessuto sociale.
Le motivazioni comuni
“L’unico motivo che ci accomuna tutti – ci ha detto Vincenzo Scozzari – è la volontà di riprendere la dignità del settore, di dare alle persone un prodotto sano, quello che sappiamo fare noi, e avere la condizione per lavorare il nostro territorio come sappiamo fare noi e non come ci vogliono imporre loro”. Per tutte le ragioni manifestate dagli agricoltori sono state presenti molte fasce tricolore, che sono “la prima linea della trincea”, come le ha definite Salvatore Leanza, assessore del Comune di Troina.