La Russia non è Putin, nessuno, nemmeno uno Zar Temibile, più che terribile, può fuorviare il corso della Storia. Ed è il senso della Storia che manca a noi occidentali, ed europei in particolare. Cosa abbiamo proposto, quale visione, dopo il crollo della Cortina di ferro , quella che ci separava ad Est da un continente sterminato?
L’Europa, ed in particolare la Germania demilitarizzata, ha proposto esclusivamente una strategia mercantile e finanziaria. Abbiamo aperto a Mosca le nostre banche, anche italiane, per gestire i soldi degli oligarchi, ben 300 miliardi sono congelati in Europa dallo scoppio delle ostilità in Ucraina.
Ed abbiamo fatto affari con loro su gas e petrolio, le più semplici operazioni commerciali che si potevano fare, non pensando ad altro, a politica, strategie militari, operazioni culturali, o religiose. Certo se Papa Wojtyla fosse stato nel pieno delle forze forse ci sarebbe stata un’altra storia, ma l’Europa, e con esso l’Occidente, senza radici cristiane o altre, si è dedicato solo alla globalizzazione, per poi finire in mano ai Cinesi.
Mentre loro hanno investito sulla Via della Seta, mettendo in collegamento popoli, territori, materie prime, prodotti, noi in cosa abbiamo investito, a parte qualche gasdotto?
Nulla, nessun investimento, nessuna strategia di sistema, nessuna visione di relazioni internazionali. Abbiamo fatto business con il potente di turno a Est, e con questa logica abbiamo avuto Putin.
Abbiamo immaginato, come Marco Polo, un’alternativa al flusso globale cinese? No, niente di tutto ciò. Eppure la Russia è un Continente grande quanto Cina e Canada messi insieme, pieno di possibilità, terre rare, materie prime, capacità manifatturiere, risorse geoclimatiche. Tentiamo di andare sullo Spazio ma non riusciamo ad immaginare una strategia per il più grande Paese del mondo. È questa la sconfitta dell’Europa, quel territorio che è impossibile conquistare militarmente, chiedere a Hitler e Napoleone, poteva essere collegato, connesso, magari con una grande infrastruttura logistico-culturale, un Orient-Express di popoli, usi, costumi, comunicazioni.
Costruire reti ferroviarie, aeree, di telecomunicazione, avrebbe fatto viaggiare persone e modi di pensare, e non solo gas, petrolio e tangenti. La mercificazione e l’avidità hanno compromesso un rapporto con un continente che è l’unica frontiera, non tanto con l’est, ma con il Sud-est del mondo, e l’attentato di Mosca ci ricorda questa evidenza storica. La linea geografica che va da Istanbul/Costantinopoli, ex capitale ortodossa, tramite Turchia e Caucaso emerge sul confine di Georgia, Armenia, Kazakistan, Mongolia e la sconfinata Siberia. Un mondo freddo che verrà toccato fortemente dai cambiamenti climatici, un luogo di densità umana rarefatta.
L’Europa doveva, deve, immaginare una via caucasica, se non vuole precipitare per caduta, come sta o stava succedendo, nella via della Seta cinese. Una autarchia più subdola e disumanizzante, con i difetti di Oriente ed Occidente, ma senza i pregi. L’Europa, che immagina la guerra con la Russia, lavora per il sub continente Cino-Indiano, se non si risveglia. A questo, a questi investimenti , insieme alla Difesa, serve il debito europeo.