Morti sul lavoro, la Sicilia torna in zona rossa: Palermo la più colpita

Morti sul lavoro, la Sicilia torna in zona rossa. Palermo la più colpita tra le province

Morti sul lavoro, la Sicilia torna in zona rossa. Palermo la più colpita tra le province

Hermes Carbone  |
lunedì 08 Luglio 2024

Tra le province dell'Isola è quella del capoluogo la più coinvolta. Catania in zona arancione e Messina in zona bianca

La Sicilia torna in zona rossa a livello nazionale per il numero di morti sul lavoro registrate nei primi cinque mesi di quest’anno. Stando ai numeri forniti nell’analisi condotta dall’osservatorio sicurezza e ambiente di Vega, nel 2024 sono già 22 i casi registrati nell’Isola su 1,4 milioni di abitanti. Per l’INAIL, invece, il numero è addirittura superiore con 29 denunce presentate nello stesso arco temporale.

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Proprio il numero delle vittime potrebbe purtroppo aumentare in seguito all’esplosione della fabbrica di fuochi d’artificio verificatasi giovedì a Messina e che vede in fin di vita il proprietario dell’azienda e in gravi condizioni la madre e la sorella.

Morti sul lavoro, la situazione critica in Sicilia

Più in generale, tutta la Sicilia si trova in una situazione critica per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro. Tra le province siciliane, Palermo risulta essere la più colpita con nove decessi. A seguire Agrigento, Siracusa, Trapani e Caltanissetta. Catania è in zona arancione, mentre Messina, Ragusa ed Enna sono in zona bianca con meno di 0,75 incidenti mortali per milione di abitanti. L’incidenza risulta di 15,6 punti, mentre in percentuale si tratta del 7,7% dei morti sul lavoro di tutta Italia a fronte di 369 vittime. Di queste, 286 sono decedute sul luogo di lavoro (15 unità in più rispetto a un anno fa) e 83 in itinere (quattro in meno sempre nello stesso arco temporale).

Gli over 65 sono i più esposti agli incidenti mortali sul lavoro: dato che impatta per il 55% dei casi. Oltre ai lavoratori che dovrebbero già essere in pensione, chi risulta maggiormente coinvolti nel fenomeno delle morti bianche sono i cittadini di origine straniere: 62 sono i decessi fin qui registrati con un rischio più che doppio rispetto agli italiani.

Settori come quello delle costruzioni e della manifattura risultano tra i più esposti al rischio di incidenti gravi sul lavoro, ma anche il campo dell’agricoltura, soprattutto in Sicilia, non scampa al fenomeno. Proprio la scorsa settimana, sulle pagine del Quotidiano di Sicilia, è intervenuto il segretario regionale della FLAI-CGIL Sicilia, Tonino Russo. 

Il caso di Satnam Singh, il giovane bracciante indiano rimasto vittima di un gravissimo incidente nei campi di Latina, riportato a casa dal suo datore di lavoro – ora arrestato – e lasciato morire dissanguato nonostante il braccio rimasto incastrato in un macchinario, ha riacceso l’attenzione su un fenomeno che in Sicilia riguarda il tema della sicurezza per oltre – stando agli ultimi dati disponibili  – 135 mila lavoratori concentrati soprattutto nelle aree interne della regione.

Morti sul lavoro, in aumento le denunce

“Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’INAIL in Sicilia – fanno sapere dall’Istituto – sono state 29, dato in aumento del 5% rispetto a quello dei primi cinque mesi del 2023 (pari a 24). Nel solo mese di maggio 2024 nell’Isola sono stati denunciati 14 infortuni mortali, contro i 5 registrati nello stesso mese del 2023. In Italia, le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 369 a fronte di 358 nello stesso periodo del 2023 (+3%)”.

In crescita anche gli infortuni non mortali

In base ai dati diffusi dall’osservatorio Vega, anche gli infortuni non mortali sono in aumento, con un incremento del 2,1% rispetto all’anno precedente. I settori più colpiti sono quelli del manifatturiero, delle costruzioni, della sanità e del trasporto. Alla luce di questi dati allarmanti, la Regione siciliana ha istituito un tavolo permanente per affrontare la questione e migliorare le condizioni di sicurezza sul lavoro. È cruciale un impegno coordinato tra istituzioni, sindacati e imprese per ridurre il numero di vittime e infortuni.

Morti sul lavoro in Sicilia: il dato dell’INAIL

Di questo ne ha parlato anche l’INAIL, che lo scorso mese ha presentato a Messina, Palermo e Catania un sistema di recupero di eventuali operai rimasti coinvolti in gravi incidenti sul lavoro, come nel caso verificatosi a inizio maggio a Casteldaccia.

Proprio l’INAIL regionale ha pubblicato in questo fine settimana il report relativo alle morti sul lavoro nei primi cinque mesi dell’anno. “I dati rilevati nell’Isola al 31 maggio 2024 fanno registrare un aumento del fenomeno infortunistico (+ 3,4%, 11.171), aumento leggermente superiore a quello nazionale, pari al 2,1% (251.132). L’incremento è comune a tutti e tre i settori; in particolare, il settore agricoltura con un aumento del 9.5%, nel settore industria e servizi si registra un aumento del 3%, mentre nel settore per conto dello Stato l’aumento si attesta al 3,4%”.

Sempre per l’INAIL, “l’andamento degli infortuni in itinere, si caratterizza per un aumento del 20%, da 1515 registrati da gennaio a maggio del 2023 a 1811 eventi denunciati al 31 maggio 2024, superiore di oltre 12 punti percentuali all’incremento nazionale, pari al 7,6%. Le tre province che hanno segnato il maggior andamento infortunistico sono Catania, con 3057 denunce (il 27,4% del totale regionale), Palermo con 2571 denunce (23% del totale regionale) e Messina con n. 1284 denunce (l’11,5% del totale regionale)”.

Dati in netto aumento anche su base nazionale, con le denunce che sono passate da 245.857 a 251.132. Analizzando i dati in base al genere, emerge che a maggio 2024 le denunce di infortunio presentate dalle lavoratrici sono state 91.441, mentre quelle degli uomini hanno raggiunto quota 159.691.

Escludendo gli infortuni avvenuti durante il tragitto casa-lavoro, il totale delle denunce si attesta a 212.803: di queste, sempre su base nazionale, 72.241 riguardano le donne e 140.562 gli uomini. Contrariamente agli incidenti mortali, gli infortuni non fatali coinvolgono maggiormente i lavoratori italiani. Le denunce presentate da cittadini italiani sono 171.584, a fronte delle 41.219 denunce da parte di lavoratori stranieri.

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