L'emergenza idrica protagonista dei servizi della stampa estera. E si teme molto per il turismo e per il futuro dell'economia siciliana.
Quando la Sicilia finisce sui quotidiani internazionali, ma non per buone notizie… Il dramma della siccità che tormenta l’isola in questa torrida estate 2024 fa notizia anche all’estero e diventa protagonista di un articolo sul New York Times.
“Uno dei peggiori periodi di siccità degli ultimi decenni”, ammette la reporter Emma Bubola descrivendo gli scenari, riportando dati ed esprimendo le preoccupazioni che tormentano tanto le autorità quanto i cittadini siciliani, a cominciare dagli operatori dell’agricoltura e proseguendo con quelli del turismo. I due punti forti dell’economia siciliana, che si trovano a fronteggiare la mancanza di una risorsa fondamentale ma spesso dimenticata: l’acqua.
La siccità e i rischi in Sicilia, l’articolo sul New York Times
Colline che ricordano le dune del deserto, animali senza cibo o acqua, la vendemmia anticipata con l’amara prospettiva di una stagione difficile: sembrano immagini apocalittiche quelle che aprono l’articolo del New York Times, ma è la realtà che la Sicilia affronta da mesi. Le voci disperate degli agricoltori che fanno i conti con la carenza di acqua e di infrastrutture idriche, i bacini idrici che non riescono più a soddisfare i bisogni degli animali, il lago di Pergusa prosciugato: questa non è più la Sicilia dei campi fertili e delle spiagge piene di turisti che gustano una buona granita.
In gioco c’è molto più dell’agricoltura, che comunque resta il cuore pulsante dell’economia siciliana. C’è il turismo, c’è l’ambiente, c’è la vita di esseri umani e animali. Da Agrigento l’appello all’azione contro la siccità è arrivato anche al presidente Mattarella, il ministro Salvini parla di “emergenza nazionale” e ora perfino il New York Times esprime preoccupazione per un fenomeno che potrebbe distruggere la Sicilia così come il mondo l’ha sempre conosciuta.
Le preoccupazioni per il turismo
L’articolo del New York Times riporta un titolo semplice e d’effetto. “After Losing Crops to Drought, Sicily Fears Losing Tourism, Too”: “Dopo aver perso il raccolto a causa della siccità, la Sicilia teme di perdere anche il turismo“. E con esso la sua identità, il suo prestigio, il suo core economico.
Con i report sulla siccità e sui razionamenti dell’acqua che fanno il giro del mondo, Federalberghi ha manifestato la paura dell’aumento esponenziale delle disdette. E questo in un’estate particolarmente torrida e ricca di emergenze – che spaziano dai rifiuti al cambiamento climatico, dalla cenere vulcanica alle infrastrutture carenti – potrebbe essere un vero e proprio colpo di grazia per l’economia siciliana.
L’appello di Cinzia Zerbini di Coldiretti al New York Times è chiaro: “Se ci togliete anche il turismo, sarà la fine”.
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Le priorità
Le autorità hanno assicurato la massima attenzione nel garantire le forniture agli ospedali, ma anche agli uffici, alle industrie e agli hotel. Una mossa per tentare di salvare almeno il turismo e i servizi essenziali, poiché per l’agricoltura ormai i prossimi mesi sembrano già compromessi. C’è senza dubbio poco tempo e serve trovare una soluzione definitiva per fare in modo che la Sicilia verde e rigogliosa non sia solo quella dei resort di lusso o dei monumenti, ma anche quella della flora e della fauna mediterranea. Il servizio del New York Times, che replica quello di tanti quotidiani locali, nazionali e internazionali, serve certamente da analisi e monito per le autorità ma anche da stimolo per ogni singolo cittadino che possa agire per evitare il peggio.
Immagine di repertorio