Sangiuliano kaput, Boccia di ghiaccio - QdS

Sangiuliano kaput, Boccia di ghiaccio

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mercoledì 11 Settembre 2024

Non confondere affetti con affari

Viene la nausea a sentire su tutti i media sociali, televisioni, radio e quotidiani la ripetizione senza alcuna creanza della fumosa vicenda e dello scandalo che ha investito il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dimissionario.
Tale vicenda, a prescindere dall’oggetto della stessa, o nel tempo verrà dimenticata e quindi cancellata dal gossip oppure avrà sviluppi di tipo giudiziario che accerteranno la verità. Ovviamente la verità processuale, che non sempre corrisponde a quella effettiva.

Se consentite una sintetica opinione, Maria Rosaria Boccia sembrerebbe un’arrampicatrice, la quale ha approfittato della debolezza del ministro per fare carriera. Infatti se così non fosse, una persona non andrebbe in giro mettendosi gli occhiali con la videocamera e registrando tutte le voci e tutte le circostanze. Se lo ha fatto è perché aveva un preciso disegno, che via via ha sviluppato, ovviamente per acquisire notorietà e quindi ricchezza.

L’accaduto ci ricorda quello del generale Vannacci e del suo libro, sul quale ha scritto tutto e il contrario di tutto, che è stato sfruttato da Salvini e gli è valso la candidatura che lo ha messo in lista alle ultime elezioni europee, dove ha trovato cinquecentomila elettori, colti o ignoranti, che gli hanno dato il consenso.

La vicenda ne ricorda una seconda, quella della Ferragni, la quale non sappiamo se abbia provocato volontariamente lo scandalo per acquisire maggiore notorietà. Vi è poi la terza… Salis!
Bisogna sempre avere il sospetto che chi fa azioni di questo genere segua un preciso disegno nel quale sembra sia la vittima, ma ne è invece l’autore.

Ciascun cittadino deve ragionare con la propria testa e non con quella degli altri, cioè non deve farsi intossicare da informazioni fasulle gettate ad arte nel sistema mediatico. Per far questo deve porsi sempre la classica domanda: “A chi conviene?”. Se intuisce la convenienza di una certa azione, capisce dove sta la ragione e dove sta il torto.
La questione è tutta qui, usare la propria testa e non quella degli altri, cioè non farsi influenzare dagli imbonitori.

Da quanto precede non sembri che io stia adottando una difesa d’ufficio di Gennaro Sangiuliano – che ho conosciuto in occasione del Forum, pubblicato il 25 luglio 2020 – in quanto l’ho sempre ritenuto persona di cultura.
Come tutte le persone umane, anch’egli ha avuto debolezze, una delle quali, piuttosto comuni: quella di confondere gli affetti con gli affari, che vanno tenuti sempre rigorosamente separati perché le valutazioni di un mondo non possono essere quelle dell’altro. Nel mondo degli affetti ci dev’essere comprensione, voglia di dare e di aiutare, amore. In quello degli affari vanno invece valutate le convenienze economiche, finanziarie e sociali.
I risultati di queste valutazioni sono assolutamente diversi. Purtroppo molti non hanno questa capacità di distinguere con nettezza il mondo degli affetti dal mondo degli affari, trasferendo il sistema di valutazione dall’uno all’altro mondo, compromettendo i rapporti.

La storia insegna che non insegna niente, ma ricorda che la memoria delle persone è corta. Perché scriviamo quanto precede? Perché vogliamo ricordarvi che un episodio analogo, ma molto più grave avvenne qualche decina di anni fa e fu portato all’attenzione del mondo intero.
Ricordate lo scandalo che investì l’allora presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, il quale ricevette la “visita” di una stagista, Monica Lewinsky, che si rifugiò sotto al suo tavolo per fare cose che possiamo immaginare?

Sulle prime Clinton negò con forza tutta la questione, ma poi, costretto dall’informazione e dall’opinione pubblica, comparve alla televisione in lacrime chiedendo perdono sia alla moglie, la futura candidata alla presidenza, Hillary Clinton, che al popolo americano. Sappiamo come finì: fu perdonato e tutto cadde nel dimenticatoio, tant’è che oggi nessun organo di informazione l’ha tirato fuori.
Questo è un inedito che sottopongo alla vostra attenzione e che dice ancora una volta che non c’è nulla di nuovo sotto il cielo.

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