Di cultura francese ma di padre siciliano, di Gela, il banchiere Orcel avrà certamente chiari i suoi obiettivi, anche se per ora parla solo di un investimento finanziario.
Non si deve mai andare in Germania. Ieri, oggi sì.
Dai tempi di Caio Giulio Cesare non combattiamo in terra tedesca. Cesare ha battuto il principe Ariovisto in Alsazia, e conquistò tutta la Gallia. Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit ha invaso invece Francoforte, e in Germania non si parla d’altro. Solo una Germania in recessione può permettere ad una banca italiana un’operazione di probabile OPA alla seconda banca tedesca.
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Si vede che non c’è più Angela Merkel, infatti Deutche Bank si tira fuori. L’operazione nell’ottica dell’integrazione finanziaria europea ha trovato il plauso di Christine Lagarde, governatrice della BCE. Ma come può uno scoglio, per quanto grosso come il secondo gruppo bancario italiano, arginare il mare dei crucchi.
La sfida del banchiere Andrea Orcel
Andrea Orcel di cultura francese ma di padre siciliano, di Gela, avrà certamente chiari i suoi obiettivi, anche se per ora parla solo di un investimento finanziario. Certamente ha visto il famoso film di Monicelli, da cui rimane scolpita nella memoria di tutti la frase “mai andare in Germania”, ma quella di Adolfo Celi “Sassaroli” e compagni era la Germania di Brandt e Kohl, non certamente quella di Scholz.
Il manifatturiero italiano soffre della recessione tedesca, ma il denaro, quello dei risparmiatori italiani, non conosce barriere commerciali, da cui la coraggiosa sfida di Andrea Orcel. Certo andare a sfidare i tedeschi nella prima piazza finanziaria europea, dopo la brexit di Londra, sa di Italia-Germania 4-3, ma soprattutto del Mundial 82. La Fiat si è salvata solo andando in America, così solo internazionalizzandosi si possono recuperare visioni e risorse per il sistema asfittico delle banche italiane, che prima non muovevano foglia se piazzetta Filodrammatici, Mediobanca, non voleva. Oggi la mossa di Orcel sembra un azzardo, ma Unicredit da tempo è la più internazionale delle banche italiane, e quando si è nel mondo globale o si cresce o si muore. Che una banca cresciuta anche inglobando il glorioso Banco di Sicilia, con i suoi tanti risparmiatori, e con un CEO di origine siciliana, possa un domani sedersi al tavolo dei colossi del denaro mondiale è una bella notizia per il Paese. Come dice Goethe, la Sicilia è la chiave per capire l’Italia. E Goethe era tedesco.
Così è se vi pare