Decreto per dimensionamento scolastico in Sicilia, anno 2025-2026

Dimensionamento scolastico, i nuovi paletti della Regione per razionalizzare l’offerta

Dimensionamento scolastico, i nuovi paletti della Regione per razionalizzare l’offerta

Michele Giuliano  |
martedì 01 Ottobre 2024

Emanato un decreto in cui si fissano le regole per il mantenimento dell’autonomia scolastica in Sicilia: ecco cosa prevede.

Razionalizzare l’offerta scolastica siciliana, in modo da proporre su tutto il territorio regionale indirizzi e corsi di studio che rispondano alle esigenze della comunità. A questo scopo, l’assessore regionale dell’Istruzione e della formazione professionale, Mimmo Turano, ha emesso un decreto in cui vengono indicati i criteri a cui dovranno attenersi le conferenze provinciali nella predisposizione della proposta di ciascun piano di dimensionamento e razionalizzazione provinciale della rete scolastica di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2025-2026.

Decreto per il dimensionamento scolastico in Sicilia, anno 2025-2026

Innanzitutto, la verticalizzazione in istituti comprensivi con la soppressione delle direzioni didattiche e delle scuole medie di primo grado. La verticalizzazione intende garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, da perseguire attraverso l’aggregazione in istituti comprensivi delle scuole dell’infanzia, delle scuole primarie e delle scuole secondarie di primo grado.

Nello specifico, sarà data priorità alla riorganizzazione degli istituti comprensivi con un numero di iscritti inferiore a 500 alunni. Il presidio scolastico autonomo andrà mantenuto se unico nei territori comunali montani o insulari, per garantire anche a questi territori il diritto allo studio. È necessario intervenire anche nella riorganizzazione degli istituti comprensivi nei grandi centri urbani, in modo da raggiungere un riequilibrio degli iscritti per istituto.

La nuova offerta culturale

Nel nuovo decreto sul dimensionamento scolastico per gli anni 2025-2026 in Sicilia, non ci si occuperà soltanto della scuola primaria e secondaria di primo grado, ma si lavorerà sulla rimodulazione dell’offerta formativa degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado. In questo caso, nei Comuni in cui le caratteristiche di alta densità demografica, di efficienza della rete dei trasporti e di sostenibilità dei tempi di percorrenza lo permettano, la rimessa in ordine della rete formativa dovrà mirare alla costituzione di poli di percorsi di studio omogenei come, per esempio, il polo liceale, il polo tecnico-economico, il polo tecnico-tecnologico, il polo professionale per i servizi, il polo professionale per l’industria e l’artigianato.

La razionalizzazione dell’offerta formativa

Tale processo consentirà di razionalizzare gradualmente l’offerta formativa territoriale, nonché di ottimizzarla qualitativamente secondo la Regione, a partire da un’analisi complessiva del contesto di riferimento che terrà conto delle richieste espresse dal territorio, delle dinamiche socio-economiche e del trend demografico. La nuova configurazione creerà le condizioni per un’offerta formativa equilibrata nel territorio, evitando sovrapposizioni di settori e indirizzi nel medesimo ambito territoriale comunale o sub-comunale. Questo dovrebbe consentire di ridurre il fenomeno della dispersione scolastica, assicurando opportunità formative che tengano conto anche del tessuto socio-economico in cui l’istituzione scolastica è inserita. Proprio per fornire continuità, la pianificazione delle proposte di dimensionamento e razionalizzazione della rete scolastica dovrà tenere conto di una stabilità tendenzialmente quinquennale.

Dimensionamento scolastico nelle isole minori e i piccoli Comuni

Potranno essere previsti istituti omnicomprensivi solo nelle isole minori, nei Comuni con una popolazione inferiore a 5mila abitanti e nei Comuni montani e nelle aree interne che si trovino in condizione di particolare isolamento. In termini numerici, dovrà essere tenuta in considerazione la distribuzione territoriale dei plessi in relazione al bacino di utenza e non saranno consentiti cambi di aggregazione che facciano ridurre il numero di alunni delle istituzioni scolastiche al di sotto dei parametri previsti dalla normativa.

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Immagine di repertorio

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