Diritti dei minori, un tavolo tecnico contro disagio e dispersione scolastica - QdS

Diritti dei minori, un tavolo tecnico contro disagio e dispersione scolastica

Michele Giuliano

Diritti dei minori, un tavolo tecnico contro disagio e dispersione scolastica

giovedì 23 Maggio 2024

L’iniziativa della Regione siciliana per coordinare azioni mirate sul territorio regionale e volte alla tutela dei più piccoli

PALERMO – A due anni dalla legge di stabilità 2022-2024, che ne ha previsto la nascita, è stato istituito il tavolo tecnico per la tutela dei diritti dei minori, pensato allo scopo di garantire il costante adeguamento alle esigenze dei minori e combattere efficacemente il disagio giovanile e la dispersione scolastica.

Contenimento della dispersione scolastica e del disagio giovanile

Il nuovo organismo istituzionale sarà composto da Natale Tubiolo, come rappresentante dell’assessorato regionale della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro; Anna Buttafuoco, rappresentante dell’assessorato regionale dell’Istruzione e della formazione professionale; Emilia Martorana, rappresentante dell’assessorato regionale della Salute.

Ancora, ne fanno parte Patrizia Agata Fasulo, componente dell’Osservatorio di area per il contrasto dei fenomeni della dispersione scolastica dell’Ufficio scolastico regionale; Giuseppe Vecchio, garante dell’infanzia e dell’adolescenza; Gaetana D’Agostino, presidente dell’Ordine degli psicologi della Regione Siciliana; Giuseppe Ciulla, rappresentante dell’Ordine degli assistenti sociali. I componenti del tavolo tecnico, che si riunisce almeno due volte l’anno, svolgono i loro compiti a titolo gratuito e senza rimborso spese. Le funzioni di segreteria saranno svolte dal Servizio 8 “Politiche della famiglia e giovanili” del Dipartimento regionale della famiglia e delle politiche sociali. Le persone che lo compongono sono state scelte dai singoli organismi che ne fanno parte, che ne hanno comunicato i nominativi alla fine dello scorso anno. Secondo la legge del 2022, il tavolo tecnico nasce per coordinare le azioni volte al contenimento della dispersione scolastica e del disagio giovanile, ed è quindi consultato prima della stesura di progetti realizzati anche con fondi extraregionali da parte degli assessorati competenti, in modo da realizzare azioni mirate in sinergia sul territorio regionale.

Salvaguardia dei minori sotto tutti i punti di vista

Un modo per non disperdere le energie e lavorare in maniera ottimale, sfruttando al meglio le risorse disponibili in un sistema integrato, che permetta di raggiungere gli obiettivi comuni che riguardano innanzitutto la salvaguardia dei minori sotto tutti i punti di vista, come vanno poi a declinarsi fattivamente all’interno dei diversi assessorati regionali. All’interno del quadro generale, che va dalla tutela della salute a tutte le forme di prevenzione dell’abbandono scolastico, ci si concentra anche su tutto ciò che significa violenza. La violenza e il maltrattamento sui soggetti deboli, specificatamente sui minori, non riguarda solo gruppi marginali e disagiati ma interessa i più disparati contesti sociali e culturali esprimendosi sotto molteplici forme. Si tratta, quindi, di un fenomeno complesso che può esprimersi attraverso forme eclatanti e, quindi, facilmente riconoscibili e attraverso modalità subdole la cui identificazione può apparire difficile, ma che sempre determina nelle vittime un segno traumatico.

Il frequente occultamento del fenomeno può determinare una difficoltà di riconoscimento e una difficoltà di cura provocando così, frequentemente, la possibilità che la risonanza di un’esperienza traumatica finisca per tagliare trasversalmente l’apparato psichico della vittima e instauri nel tempo profondi e significativi adattamenti psicopatologici.

Sempre di più si è oggi portati a considerare il trauma legato ad un’esperienza violenta non solo come un evento oggettivamente grave per l’integrità psicofisica del soggetto, ma anche in termini evolutivo-relazionali, come risultato della mancata elaborazione delle emozioni traumatiche: il bambino, se maltrattato, non può sviluppare l’autostima e la capacità di comprendere gli stati mentali propri e dell’altro, qualità necessarie a esplorare con fiducia l’ambiente circostante e quindi a costruire relazioni significative.

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