A Gela entro dieci anni non ci sarà più traccia del vecchio petrolchimico - QdS

A Gela entro dieci anni non ci sarà più traccia del vecchio petrolchimico

redazione

A Gela entro dieci anni non ci sarà più traccia del vecchio petrolchimico

mercoledì 11 Dicembre 2019

Siglato un protocollo di intesa tra Eni e ministero dell’Ambiente per la decarbonizzazione del sito. L’ad Claudio Descalzi: “Un programma all’avanguardia orientato allo sviluppo sostenibile”

ROMA – Il ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, e l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi (nella foto), hanno firmato un protocollo di intesa tra le parti secondo il quale Eni si impegna a realizzare un programma di attività di decarbonizzazione, mitigazione ambientale, riqualificazione e valorizzazione delle aree del sito multisocietario di Gela, non avvalendosi più di impianti di produzione e lavorazione di oli minerali. Lo rende noto il gruppo petrolifero.

Il programma prevede: lo smantellamento in dieci anni di tutte le aree in disuso del sito industriale e la loro restituzione a nuove funzioni, con una prima fase, nei prossimi tre anni, di demolizione degli impianti non più funzionali alle attività per la produzione di biocarburanti, in un’area totale di oltre venti ettari; la realizzazione di un progetto di decarbonizzazione del sito basato sull’applicazione di tecnologie innovative di proprietà Eni, con gli obiettivi di realizzare un processo integrato di cattura e riutilizzo dell’anidride carbonica, che sarà convertita in materiale cementizio e bio-olio, conseguendo una notevole riduzione delle emissioni di GHG dirette, e di promuovere un modello di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

Si conferma, ancora, la rimozione di rottami e manufatti presenti sul fondale lungo il pontile per una fascia di 500 metri per lato; verrà poi definito un progetto che preveda le modalità migliori per il recupero del canale per la raccolta delle acque di raffreddamento, anche attraverso piantumazione, e il suo successivo utilizzo. Infine Eni, con l’intesa raggiunta a Roma, si impegna a realizzare una serie di interventi finalizzati alla piantumazione di specifiche specie arboree, atte a garantire la mitigazione del contributo di Co2 della produzione di biocarburanti.

A questi progetti, aggiunge l’azienda del cane a sei zampe, si affiancherà lo sviluppo dei giacimenti a gas di Argo e Cassiopea, che nell’ambito del settore della ricerca e produzione di idrocarburi rappresenta il primo esempio di progetto in grado di raggiunge la carbon neutrality, grazie al contributo di energia prodotta da impianti fotovoltaici, e inoltre senza alcun impatto visivo, con l’utilizzo di suolo già industrializzato e riqualificato all’interno del perimetro di raffineria e nessuno scarico a mare di acque o altri reflui.

“Si tratta di un programma all’avanguardia, orientato allo sviluppo industriale sostenibile del sito, ai principi dell’economia circolare e all’utilizzo delle tecnologie più avanzate”, ha detto l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. “Questo accordo segue e completa l’avvenuta riconversione della raffineria di Gela in bioraffineria, tramite la quale Eni ha avviato, in un’ottica di economia circolare, un processo di trasformazione industriale del sito in grado di produrre biocarburanti da biomasse e da prodotti di riciclo”, ha spiegato Descalzi.

Sicindustria: “Il via libera al progetto
Argo e Cassiopea è un’ottima notizia”

CALTANISSETTA – Il via libera al progetto Argo e Cassiopea, relativo alla ricerca e produzione di idrocarburi, “è un’ottima notizia per Gela”, secondo il reggente di Sicindustria Caltanissetta, Gianfranco Caccamo, e “per la quale non possiamo che far giungere il nostro plauso al ministro dell’ambiente, Sergio Costa, che ha firmato un protocollo di intesa con l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi”.

“Si tratta – aggiunge Caccamo – di un passo fondamentale per l’economia del territorio che richiede, però, di essere supportato da una buona amministrazione capace di pianificare gli interventi e garantire una interlocuzione costante alle imprese che sono già costrette ad operare in un territorio allo stremo”.

“Non bisogna abbassare la guardia – prosegue – Ricordiamo, infatti, che oltre al progetto Eni, nei cassetti della burocrazia e della mala politica ci sono progetti per un totale di 1,2 miliardi di euro, cui si aggiungono i 33 milioni del Patto per il Sud. L’obiettivo di Sicindustria è quello di agevolare una ri-costruzione in accordo con quanto riportato nel Defr 2019-2021, definendo un percorso di crescita incentrato sulle riforme, l’ammodernamento dell’amministrazione, il pieno impiego delle risorse per investimenti, la razionalizzazione della spesa, la valorizzazione degli assi di sviluppo. È per questo che abbiamo elaborato un documento che consegneremo al ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, il cui obiettivo è quello di sconfiggere con proposte concrete una prospettiva di declino della Sicilia, puntando su interventi concreti”.

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