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A Nicosia scovati 36 furbetti del reddito di cittadinanza

redazione

A Nicosia scovati 36 furbetti del reddito di cittadinanza

giovedì 28 Maggio 2020

Si dichiaravano poveri, ma percepivano i contributi Pac dell’Ue per decine di migliaia di euro, ottenendo l'assegno mensile che in certi casi superava anche 1.200 euro. Rischiano da due a sei anni di reclusione

ENNA – Si dichiaravano indigenti mentre, in realtà, percepivano contributi Ue previsti dalla Politica agricola comunitaria (Pac) per decine di migliaia di euro, ottenendo indebitamente il reddito di cittadinanza che in alcuni casi superava 1.200 euro.

Le Fiamme gialle di Nicosia, in provincia di Enna, hanno condotto un’operazione denominata “Inside” che ha passato al setaccio 7.600 beneficiari di contributi dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea). Così nella lista delle posizioni irregolari sono finiti 36 imprenditori che percepivano contributi comunitari e che sono stati segnalati alla Procura della Repubblica.

Gli indebiti percettori del suddetto beneficio economico, che in alcuni casi arrivavano a ottenere anche importi di sussidio di cittadinanza pari a 1.200 euro mensili, sono stati quindi segnalati alla Procura della Repubblica di Enna e rischiano adesso la reclusione da due a sei anni per violazione all’art. 7, comma 1, del D.L. 4/2019 convertito con modificazioni dalla L. 28 marzo 2019, n. 26.

Nel contempo, sono state immediatamente avviate le operazioni per la revoca/decadenza del beneficio ed il recupero dell’indebito, di competenza dell’Inps, quantificato allo stato complessivamente in oltre 200.000 euro.

In questo ultimo periodo, caratterizzato da una diffusa richiesta di sovvenzioni pubbliche per sopperire alle situazioni di difficoltà economiche connesse all’emergenza epidemiologica – si legge in una notta delle Fiamme gialle – l’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Enna nell’ambito dell’operazione denominata ‘Inside’, contraddistingue l’attività di polizia economico-finanziaria a vocazione sociale operata dal Corpo a contrasto delle indebite percezioni di prestazioni assistenziali non dovute e di ogni forma di iniquità che potrebbe intaccare la coesione sociale e sottrare risorse ai cittadini onesti aventi diritto al sostegno economico da parte di chi falsamente rappresenta una situazione di difficoltà e di disagio”.

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