A Taormina il ruggito dei Lions contro l’indifferenza - QdS

A Taormina il ruggito dei Lions contro l’indifferenza

Ivana Zimbone

A Taormina il ruggito dei Lions contro l’indifferenza

martedì 11 Febbraio 2020

Nella città “Perla dello Ionio” siglato il Patto con la Regione che fissa gli obiettivi per la Sicilia: dai termocombustori al Ponte
Il governatore del Distretto 108YB Angelo Collura lancia una nuova stagione per il club service: “È necessario che le associazioni tornino ad essere parte attiva”

TAORMINA (ME) – Siglato il Patto di Taormina, in occasione del Gabinetto distrettuale 108Yb e della Conferenza d’inverno dei Lions. Ecco quali saranno le proposte concrete che la partnership potrà avanzare alla Regione per incrementarne lo sviluppo.

I dati del sottosviluppo
All’hotel Villa Diodoro di Taormina, i Lions hanno organizzato una tavola rotonda per discutere della drammatica situazione economica, sociale e culturale della Sicilia. “Una terra ricca di tesori che non cresce, a causa dell’ignoranza, sorella gemella del sottosviluppo”, com’è stata dipinta dal nostro direttore Carlo Alberto Tregua, moderatore dell’incontro. Tante le tematiche trattate, due i principali denominatori: l’incapacità della classe dirigente di far fronte a quelle che, ormai, sono vere e proprie emergenze; la mancanza di un tessuto sociale e culturale consapevole delle proprie risorse, che possa intervenire concretamente per cambiare la condizione attuale.

“Il quadro dati al 31 dicembre 2019 è allarmante. La Sicilia è una discarica a cielo aperto, con conseguenti danni per l’ambiente e per i terreni. Senza considerare l’assenza delle infrastrutture e delle reti di comunicazione, visto che la rete ferroviaria nazionale si ferma a Reggio Calabria. Nemmeno nel futuro breve ne sono previste di nuove, dato che nella prossima programmazione saranno investiti 46 miliardi, ma solo per le regioni dall’Emilia Romagna in su”, ha chiosato Tregua.

I dati relativi alla situazione economica, poi, sembrano ancora più gravi: “La disoccupazione è arrivata al 22% e il Pil è di soli 86 miliardi, contro i 390 miliardi della Lombardia. La Sicilia conta anche un milione di poveri, mentre il reddito pro capite è mediamente di 17mila euro, contro i 35mila euro registrati in Lombardia e i 75mila euro dei cittadini svizzeri. La classe dirigente non riesce a stare concretamente nel terreno, la Regione funziona poco e male, nonostante i suoi 13mila dipendenti, contro i 2 mila e 200 della Lombardia. Molti dei 390 comuni sono in grave crisi, di cui circa 100 prossimi al default. Anche Taormina è in pre-default”, ha continuato.

Il Patto di Taormina
In questo quadro disarmante, l’associazionismo può intervenire concretamente per fungere da motore di sviluppo. Adesso “bisogna che le associazioni tornino a essere parte attiva, recuperando quel ruolo che non è più possibile delegare a nessuno, recidendo i ponti del passato, unendosi per una causa comune”, come suggerito da Angelo Collura, il governatore dei Lions Sicilia.

La partnership dei Lions è anche un modo per reagire al “muro di indifferenza nei confronti di tutto ciò che è al di fuori della propria casa, per realizzare di vivere in un contesto sociale, per lottare per la propria terra, senza pensare soltanto a mandare i figli a studiare o lavorare fuori”, come ha dichiarato Valerio Cimino, governatore del Rotary Club Sicilia e Malta.

È proprio in questa prospettiva che il nuovo Patto di Taormina si inserisce, per far sì che si fissino obiettivi comuni per cui lottare insieme. Tra questi il Ponte sullo Stretto che, come suggerito dal nostro direttore, “se inserito da questa deputazione regionale nella programmazione 2021-27, verrà interamente finanziato dall’Unione europea. Altrimenti, potrà costare sei miliardi, di cui tre a carico del concessionario. Tre miliardi sarebbero comunque pochi rispetto ai 10 miliardi investiti per salvare l’Alitalia, dall’ingresso di Berlusconi in politica ad oggi. Se il Ponte fosse stato costruito, avremmo potuto raggiungere la Calabria in 3 minuti con 15 euro e avremmo dato lavoro a 10mila persone”.

Ma l’altro obiettivo urgente è quello di risolvere definitivamente la questione dei rifiuti, dotando il territorio di termocombustori, come nel Nord Italia. Soluzione che sembrerebbe necessaria e che andrebbe corredata da un’attività di sensibilizzazione capillare sul tema della raccolta differenziata e sulla possibilità di trasformare gli scarti in preziose risorse, nell’ottica di un sistema di economia circolare.

Per risollevare le sorti infauste a cui sembra destinata la nostra terra e creare posti di lavoro “bisogna fare nuovi investimenti. Adesso che si avvicina la rivoluzione delle auto elettriche, si potrebbe investire nel business delle loro batterie, costruite con silicio, litio e cobalto. Le industrie produttrici sono pochissime nel mondo e non possono rispondere alla grande richiesta in continua crescita. Perché non aprirne qui in Sicilia?”, ha suggerito Tregua.

La condizione femminile come indice di malessere
Tuttavia, il benessere di una Regione si misura anche dalla qualità della vita delle donne e dal loro inserimento nel mondo del lavoro. Misurando questi parametri in Sicilia, diventano indice di malessere. “Troppe donne non lavorano. Anche se studiano più degli uomini, hanno difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro con successo e ad accedere a cariche importanti. Perché le donne sono anche madri e la società dimentica che i figli sono anche degli uomini. L’assenza di asili nido e gli stereotipi di genere le relegano dietro un tetto di cristallo”, ha denunciato Rina Florulli, vice presidente nazionale di Soroptimist.

Una realtà confermata anche da Giuseppina Sedita, financial officer di Fidapa, che vede “nell’ottica di sussidiarietà la possibilità delle associazioni di fare la differenza e di sfatare i luoghi comuni”. E da Cristina La Grassa Fiorentino, governatrice di Ineer Wheel del distretto di Sicilia e Calabria, che ha sottolineato “l’esigenza di non fare solo solidarietà, perché quella non basta, ma di rappresentare l’innovazione, attraverso l’erogazione di servizi”.

I Lions come piccoli “eroi del quotidiano”
Come sostenuto dallo psicologo statunitense contemporaneo Philip Zimbardo, la società di oggi non ha bisogno grandi eroi, ma di “piccoli eroi del quotidiano”; non occorre compiere gesta straordinarie una tantum, ma cooperare per il migliore andamento della comunità. Come affermato da Cimino, “se solo gli associati Lions siciliani, che sono 11mila circa, facessero bene il loro lavoro, la Sicilia sarebbe una terra migliore”.

Ed è sulle azioni quotidiane che si concentra l’operato del Kiwanis Sicilia, rappresentato da Alfredo Buttafarro: “Organizziamo service per bambini, ma anche campagne d’informazione su temi importanti come l’autismo, il cyberbullismo, l’epilessia, la sparizione di migliaia di minori non accompagnati, dopo l’approdo sulle coste siciliane”.

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