177 gli immobili di Triscina, a Castelvetrano, destinati alla demolizione ma si va a passo di lumaca. Manca il direttore dei lavori: cambia per la quarta volta nell’arco di pochissimo tempo
CASTELVETRANO (TP) – Continui cambi dei responsabili di procedimento e dei direttori dei lavori. Ed è per colpa della burocrazia che le ruspe sul lungomare di Triscina a Castelvetrano si fermano.
Per l’esattezza è oramai da 6 mesi che tutto si è fermato e questa volta perché per l’appunto manca la nomina del nuovo direttore dei lavori. Siamo in presenza oramai del quinto avvicendamento da doversi effettuare: continui cambi di nome che sicuramente non aiutano a camminare speditamente.
Eppure i soldi ci sono, eccome. Sono quelli concessi dallo Stato attraverso la cassa depositi e prestiti: parliamo di ben tre milioni di euro concessi all’epoca in cui alla guida del Comune vi era la commissione prefettizia nominata in seguito allo scioglimento dell’organo di governo per infiltrazioni mafiose.
Tutto è pronto anche a livello di ditta che deve incaricarsi di queste demolizioni: nel settembre scorso l’appalto per una nuova tranche è stato affidato alla Cogemat srl di Trapani, che già aveva demolito un’altra trentina di immobili.
Il problema però è che senza direttore dei lavori, come stabilisce la norma, non si può muovere foglia. Intanto l’Amministrazione comunale si è già messa in moto per trovare il professionista, mentre il sindaco Enzo Alfano assicura che “le demolizioni non si fermeranno anche perché gli abbattimenti sono stati già stabiliti per via di sentenze definitive”.
La legge in materia stabilisce che se l’abusivo, nonostante i solleciti, non interviene allora lo fa il Comune anticipando tutti i costi per poi addebitarli all’autore dell’abuso: spese per migliaia di euro per carte bollate, per l’abbattimento e per lo smaltimento degli sfabbricidi in apposite discariche per rifiuti speciali soprattutto. La svolta all’abbattimento delle case di Triscina è arrivato con le sentenze definitive in seguito ai ricorsi presentati dagli abusivi stessi e che sono stati bocciati. Si è persino costituito un comitato in difesa delle case che dovrebbero essere demolite per accertato abusivismo edilizio.
Il comitato si è sempre difeso parlando di “incongruenze giuridiche” nella norma che impone l’abbattimento delle case abusive entro i 150 metri dal litorale.
Sono 177 le costruzioni di Triscina che sono interessate dal provvedimento di demolizione. I soldi ottenuti dallo Stato saranno destinati agli studi di fattibilità, alla progettazione e a tutte le opere propedeutiche alla demolizione dei manufatti abusivi ed al successivo smaltimento in discarica dei detriti.