Attimi di enorme apprensione nelle scorse ore ad Acireale dove, a seguito di una discussione iniziale, è stato aggredito fisicamente Giovanni Di Mauro, presidente della squadra di calcio della città, club impegnato nel campionato di Serie D. Episodio certamente da condannare con forza quello accaduto nei confronti del patron dei granata che, ormai da mesi, è al centro di una forte contestazione da parte di una vasta rappresentanza della tifoseria dell’Acireale Calcio.
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Di Mauro, dopo la colluttazione fisica avvenuta sotto casa, si è recato presso l’ospedale acese per tutte le cure del caso e, sulla vicenda, sono adesso in corso le indagini da parte dei carabinieri della Compagnia di Acireale.
Aggredito il presidente Giovanni Di Mauro ad Acireale. La vicenda
Lo scorso luglio, un gruppo di tifosi aveva lanciato in casa del presidente Giovanni Di Mauro della spazzatura e vari oggetti “pericolosi”, alimentando ulteriormente la tensione tra le parti (già molto alta da mesi, ancora di più dopo alcune trattative saltate per il possibile passaggio societario). Dopo quanto avvenuto quel giorno, nelle scorse ore – nella zona centrale della città, nei dintorni della casa del patron granata – registrato un nuovo episodio di violenza nei confronti del dirigente dell’Acireale. Raggiunto da un gruppo di persone ancora non identificate infatti, Di Mauro – dopo una breve discussione – sarebbe stato aggredito fisicamente, riportando alcune lesioni successivamente controllate in ospedale.
Una vicenda certamente preoccupante che, dopo mesi di difficoltà e contestazioni, arriva all’inizio della nuova stagione in cui, con investimenti e sacrifici, Giovanni Di Mauro porta ancora avanti il suo progetto di calcio ad Acireale in un clima a dir poco rovente.
Il comunicato dell’Acireale: “Le critiche ci stanno: la violenza è inammissibile. I tifosi ci stiano vicino”
Questo il comunicato dell’Acireale reso noto dalla società granata appena qualche minuto fa su quanto accaduto nella giornata di ieri.
“Nella giornata di ieri, venerdì 12 settembre, intorno alle 14:00, il presidente Giovanni Di Mauro è stato vittima di un’aggressione, in seguito alla quale ha riportato delle ferite per le quali è stata rilasciata una prognosi di trenta giorni – si legge nella nota del club – Il fatto è avvenuto dopo il grave episodio dello scorso luglio, che ha visto il lancio di oggetti e bombe carta in casa dello stesso Presidente da parte di numerosi soggetti col volto coperto, nonché dopo gli insulti, il lancio di pomodori e sputi da parte di un gruppo di tifosi registrato domenica scorsa, ai danni dell’auto dirigenziale, sul traghetto di ritorno dalla trasferta di Lamezia Terme. Uno dei soggetti facenti parte del gruppo di tifosi che domenica dopo il match ha messo in atto l’aggressione, ha più volte avvicinato Di Mauro nel corso della settimana, inseguendolo anche a bordo di una moto, e lo scorso mercoledì, dopo essere stato avvicinato fin sotto casa incassando ancora pesanti insulti, il Presidente ha segnalato il fatto alle forze dell’Ordine, ma senza sporgere denuncia. Non soddisfatto, il soggetto in questione nella giornata di ieri si è nuovamente presentato sotto l’abitazione di Di Mauro, che era appena arrivato a bordo della sua auto, e, dopo averlo costretto a scendere dalla vettura, ha fatto nascere una pesante colluttazione sotto gli occhi dei familiari del Presidente. Subito dopo il soggetto è salito a bordo della moto ed è andato via, mentre il Presidente chiamava le forze dell’Ordine, che prontamente giunte hanno avvisato con lui i sanitari. Risulta evidente che questo non è calcio. La contestazione sull’operato di un Presidente, e di una dirigenza, è nell’ordine delle cose: è sempre accaduta, in ogni piazza, accadrà sempre e non viene osteggiata né ritenuta sopra le righe. Così come gli sfottò, che quando non sfociano in pesanti insulti coinvolgendo persone terze rimangono nell’ambito della contestazione pacifica. Le aggressioni come quelle alle quali si è stati costretti ad assistere nell’ultimo periodo sono ben altro. C’è una precisa linea di demarcazione fra questo modo di agire e la normale contestazione: l’Acireale Calcio, insieme ai tifosi che contestano pacificamente e a quelli che seguono la squadra nel corso delle partite, stanno da una parte di questa linea, i violenti, con atteggiamenti criminali, stanno dall’altra parte. La SSD Città di Acireale 1946 chiede alla città, e ai tifosi non violenti, di rimarcare la presenza nella parte giusta di questa linea di demarcazione, facendo sentire la vicinanza a chi tutti i giorni lavora per fare calcio, pur commettendo quegli errori che fanno parte delle normali faccende umane; chiede vicinanza al Presidente Di Mauro e alla sua famiglia, e chiede il coraggio di condannare, laddove necessario per i ruoli che ciascuno ricopre, gesti simili, prendendone le distanze senza mettere in campo alcun “ma”, perché non ci possono essere dei distinguo in casi simili. Non ci possono essere versioni contrastanti o richiami “al caso”. Se si è arrivati a un’escalation di fatti di questo tipo è perché qualcuno ha pensato che potessero accadere nel quotidiano, non trovando ostacoli. Si chiede, adesso, di mostrare che l’ostacolo a comportamenti del genere è la Società Civile, dentro la quale l’Acireale opera, con i suoi settori, i suoi dirigenti, i suoi calciatori, il suo staff, e alle persone perbene che compongono il suo tifo”.

