Un artista che creato mondi alternativi in cui i personaggi ordinari sembravano straordinari
Rodney Graham, con le sue opere asciutte e divertenti di videoarte sulla ripetizione ciclica è diventato uno dei più celebri artisti canadesi. E’ morto a Vancouver all’età di 73 anni per le complicazioni di un tumore. La notizia della scomparsa dell’artista concettuale protagonista delle sue opere è stata pubblicata oggi dal “New York Times“.
Come artista ha creato mondi alternativi in cui i personaggi ordinari sembravano straordinari. Dagli anni ’90 Graham è stato ampiamente celebrato nel mondo dell’arte internazionale per i film, le fotografie, i dipinti e le installazioni che vedono l’artista proporre scenari banali. Sembrano progettati per annoiare o irritare gli spettatori, che spesso hanno risposto con un misto di confusione e risate. L’artista si avvale di una narrativa ciclica, un’esplosione di giochi di parole e riferimenti letterari e filosofici, da Lewis Carrol passando per Sigmund Freud sino a Kurt Cobain; con un forte senso dello humour che tradisce la sua provenienza dalla scena post-punk di Vancouver della fine degli anni Settanta.
L’opera più famosa è il suo video “Vexation Island” del 1997, presentato alla Biennale di Venezia. L’artista interpreta un marinaio che giace addormentato su una spiaggia, apparentemente solo; per quasi tutti i nove minuti di durata del video, Graham rimane nel suo sonno misterioso. Poi, alla fine, si sveglia dopo che una noce di cocco gli cade addosso. Il suo primo video, “Halcion Sleep” (1994), può essere etichettato in modo simile. Consiste in poco più di una lunga ripresa sgranata dell’artista che si addormenta nel bagagliaio di un’auto dopo aver ingerito l’Halcion, un farmaco tipicamente prescritto a chi soffre di insonnia; mentre riposa, viene accompagnato da un hotel a casa sua.
