Il nuovo direttore: “Giustizia sociale, contrasto a chi non rispetta le leggi e servizio ai cittadini siano i punti di riferimento”. Ma resta da affrontare il tema delle gravi carenze organizzative, situazione critica anche negli uffici della Sicilia
ROMA – “Giustizia sociale, contrasto a chi non rispetta le leggi e servizio ai cittadini devono essere i punti di riferimento del fisco equo in cui è necessaria una nuova stagione di riforme in materia tributaria per rimettere tutti sul fuso orario di un Paese moderno e sostenere la crescita, le partite Iva, chi fa impresa, le famiglie, così come i professionisti del settore”. Con queste parole Ernesto Maria Ruffini ha inaugurato il suo nuovo (e secondo) mandato da direttore dell’Agenzia dell’Entrate.
Ruffini si è detto “consapevole di trovare un quadro complesso con numerosi problemi” viste anche le recenti tensioni che stanno coinvolgendo il personale delle agenzie fiscali. Lo scorso 6 febbraio si è tenuta una mobilitazione nazionale a cui ha preso parte anche la Sicilia, non solo, per rivendicare interventi da parte del Mef sulle precarietà del comparto e denunciare “l’immobilismo dei vertici”. I sindacati che hanno organizzato l’iniziativa (Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Confsal Unsa e Flp) hanno voluto ribadire le richieste già espresse durante il Fisco-day (lo scorso 23 gennaio), in cui i dipendenti di Agenzia delle entrate e di Agenzia delle Dogane hanno bloccato gli uffici per due ore. “Una scelta dettata dalla volontà di portare la vertenza fisco anche al di fuori dei posti di lavoro – hanno dichiarato Gaetano Agliozzo, segretario generale della Fp Cgil Sicilia, Caterina Tusa, responsabile del dipartimento Funzioni centrali, e il coordinatore regionale delle Agenzie fiscali Michele Morello – informando i cittadini che le richieste da parte sindacale riguardano la collettività”. Per le parti sociali siciliane “è impensabile contrastare l’evasione fiscale senza l’immissione di nuovo personale che deve essere sempre più qualificato”. Una denuncia ripresa anche dal Garante del Contribuente per la Sicilia, Salvatore Forastieri, nella sua relazione annuale.
I punti centrali della vertenza sono: la copertura delle forti carenze di personale, la sollecitazione sul salario accessorio 2018 e 2019, il superamento del tetto al salario di produttività, gli investimenti necessari ad implementare un moderno modello organizzativo, il rinnovo del Ccnl, un moderno ordinamento professionale, gli intollerabili carichi di lavoro e la distorta applicazione dell’accordo sul telelavoro.
“Questi problemi – ha proseguito il neo dirigente in una lettera rivolta ai suoi dipendenti – sono e saranno per me una priorità. Così come lo saranno nuovi progetti di semplificazione e innovazione per i cittadini, e come lo sarà rimotivare le strutture. Svolgiamo un servizio importante, necessario – ha aggiunto Ruffini – e chiediamo anche di essere rispettati come servitori fedeli dello Stato. Cercherò di ricordarlo sempre a tutti. Così come ricorderò sempre a tutti il lavoro e la professionalità delle donne e degli uomini di Agenzia delle Entrate e di Agenzia delle Entrate-Riscossione, due grandi strutture che devono funzionare nel migliore dei modi proprio per il ruolo centrale, fondamentale che hanno per lo Stato e per gli italiani. Abbiamo obiettivi ambiziosi, nel rispetto assoluto degli indirizzi del Parlamento”.
L’attenzione di Ruffini si è concentrata anche sugli stessi dipendenti dell’Agenzia dell’Entrate, ai quali ha chiesto di “essere ancor di più protagonisti” attraverso l’invio di idee, richieste e critiche “con l’obiettivo comune di dare agli italiani servizi migliori e più efficienti, facendo il nostro meglio”.