Due casi molto gravi nel giro di poco più di una settimana in provincia di Catania: i sindacati intervengono chiedendo interventi urgenti.
L’Ugl Catania, alla luce dell’ultima aggressione a personale medico e infermieristico, verificatasi all’ospedale di Biancavilla, ha chiesto alle istituzioni il ripristino del presidio di polizia negli ospedali e soprattutto nei pronto soccorso h24.
“È trascorsa appena una settimana dall’ultima aggressione al personale sanitario, e adesso dobbiamo registrare con indignazione un nuovo episodio di violenza: questa volta è stata colpita una collega pediatra che lavora all’ospedale di Biancavilla”. A parlare all’unisono sono Raffaele Lanteri (segretario nazionale della Federazione nazionale Ugl università e ricerca) e Carmelo Urzì (segretario provinciale Ugl Salute).
L’ennesima aggressione ai medici, il caso dell’ospedale di Biancavilla
“Come organizzazione sindacale – si legge in una nota di Lanteri e Urzi – esprimiamo la nostra piena vicinanza alla collega vittima di questa vile aggressione. Ancora una volta, chi ogni giorno si dedica con professionalità e dedizione alla cura dei pazienti si trova a dover affrontare atti di violenza che non possono e non devono essere tollerati”.
“Chiediamo con forza il ripristino h24 del presidio di polizia presso le sedi ospedaliere, come misura immediata per tutelare il personale sanitario e garantire un ambiente di lavoro sicuro. La presenza costante delle forze dell’ordine sarebbe un forte deterrente contro gli episodi di violenza, oltre a rappresentare un supporto concreto per il personale in situazioni di emergenza. La ripetitività di questi episodi evidenzia una grave lacuna nella gestione della sicurezza nelle strutture sanitarie. È necessario – aggiungono Lanteri e Urzì – che si adottino provvedimenti urgenti e concreti per fermare questa escalation di violenza e garantire la serenità di chi lavora e di chi accede alle cure”.
Interventi sulla sicurezza necessari
“La questione – prosegue Lanteri dopo l’ennesima aggressione in ambito ospedaliero – è molto delicata e potrebbe essere affrontata anche con il ripristino del tradizionale ‘bottone rosso‘ che nell’era della tecnologia potrebbe collegare ogni reparto sensibile con una centrale di polizia per far intervenire una volante prima che medici e infermieri vengano aggrediti. Inoltre riteniamo che una soluzione che possa ridurre le aggressioni potrebbe scaturire dall’istituzione di ‘facilitatori di comunicazione‘ dentro le strutture sanitarie”.
Figure per la tutela del personale ospedaliero
Queste figure professionali, adeguatamente formate, potrebbero migliorare il dialogo tra pazienti, familiari e medici, riducendo incomprensioni e tensioni che si verificano soprattutto quando nei Pronto Soccorso ci troviamo a dover affrontare casi complicati che richiedono tempo anche solo nell’effettuare una diagnosi. In questo caso un facilitatore che possa mettere in contatto il medico con i parenti del paziente in attesa di informazioni potrebbe servire a smorzare incomprensioni e rabbia”.
Al momento negli ospedali più grandi della cintura urbana di Catania il presidio di polizia è presente nei Pronto Soccorso a supporto del servizio di vigilantes che operano in tutti i presidi della provincia, ma solo come personale a tutela dei beni. Gli agenti sono quindi presenti soltanto nei presidi di emergenza, ma nulla possono fare se un’aggressione avviene in reparto. Al Garibaldi inoltre non c’è alcun servizio di polizia al Pronto Soccorso pediatrico ed ostetrico del presidio di Nesima. Negli ospedali di competenza dell’Asp il posto di polizia non esiste. Tutto è affidato al servizio di vigilantes che, però, non sono un corpo di polizia. Insomma in questi ospedali il personale medico e infermieristico è senza alcuna tutela eccetto il possibile intervento di vigilantes che non avendo alcuna autorizzazione di forze dell’ordine si possono limitare solo a cercare di smorzare la tensione.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI
Immagine di repertorio