Le sue condizioni sono gravissime e serve il consenso dei genitori per iniziare l’osservazione di morte cerebrale.
Ha un nome il giovane migrante tunisino ridotto in fin di vita durante un’aggressione in via Maqueda a Palermo. La rissa è avvenuta tra un gruppo di maghrebini e una banda locale la sera dello scorso giovedì.
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Le condizioni della vittima dell’aggressione in via Maqueda
Il giovane ha 20 anni ed è arrivato a Lampedusa su un barcone. Al momento è ricoverato al Policlinico ed è stato identificato dalla polizia. Il consolato sta cercando la famiglia, visto che le sue condizioni sono gravissime e serve il consenso dei genitori per iniziare l’osservazione di morte cerebrale. La polizia sta rintracciando sia i connazionali con cui la vittima si trovava la sera dell’aggressione in via Maqueda, sia il gruppo arrivato da Ballarò per dare una “lezione” ai giovani nordafricani.
La causa scatenante
Tutto sarebbe cominciato da un diverbio fra i ragazzi magrebini e un venditore di pannocchie. Secondo alcuni testimoni i nordafricani pretendevano di avere il controllo su quel tratto di isola pedonale di via Maqueda e non volevano la presenza dell’ambulante. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni, hanno sentito i testimoni del pestaggio e stanno visionando le immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza.