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NOMI | Appalti truccati e corruzione, blitz ad Agrigento: cinque arresti, tra gli indagati anche il sindaco di Maletto

NOMI | Appalti truccati e corruzione, blitz ad Agrigento: cinque arresti, tra gli indagati anche il sindaco di Maletto
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Tra i lavori coinvolti nel giro dei falsi appalti, ci sarebbe anche la riqualificazione della provinciale 19 e quella dello stadio “Dino Liotta” di Licata. Inoltre, sarebbero coinvolti anche alcuni lavori su rete idrica.

Ad Agrigento e provincia, i poliziotti della squadra mobile hanno eseguito questa mattina (15 maggio 2025) un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di cinque indagati, due dei quali in carcere e tre agli arresti domiciliari, per le accuse di essere coinvolti in un giro di appalti truccati in cambio di alcune tangenti.

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Agrigento, appalti truccati per tangenti. Gli arrestati

Ad essere finiti in carcere per il giro di appalti truccati in cambio di tangenti nella provincia di Agrigento, sono:

  • Diego Caramazza, 44 anni, Favara.
  • Luigi Sutera Sardo, 58 anni (ex assessore di Favara ed ex consigliere provinciale) di Favara.

Agli arresti domiciliari sono invece finiti: Sebastiano Alesci (ex dirigente dell’ufficio tecnico comunale di Ravanusa), 67 anni, di Licata. Carmela Moscato, 65 anni e Federica Caramazza, 36 anni, ovvero mamma e figlia.

Tutti gli indagati nel caso appalti ad Agrigento

Come riportato da Grandangolo Agrigento inoltre, tra gli indagati c’è anche il nome di Giuseppe Capizzi, 39enne imprenditore e sindaco di Maletto. Di seguito, la lista completa delle persone sotto indagine:

Maurizio Giuseppe Falzone, 63 anni, di Licata, dirigente del settore lavori pubblici del Libero Consorzio di Trapani; Federica Caramazza, 36 anni, di Favara; Diego “Dino” Caramazza, 44 anni, di Favara; Rosaria Bentivegna, 67 anni, avvocato di Catania; Antonio Belpasso, 38 anni, di Catania; Sebastiano Alesci, 67 anni, dirigente dell’Ufficio tecnico comunale di Licata; Carmela Moscato, 65 anni, di Favara; Luigi Sutera Sardo, 68 anni, ex consigliere provinciale ed ex assessore del comune di Favara; Alessandro Vetro, 45 anni, di Favara; Alessandro D’Amore, 56 anni, di Matino provincia di Lecce; Vittorio Giarratana, 52 anni, di Ravanusa, dirigente del settore lavori pubblici del comune di Valguarnera; Giovanni Campagna, 46 anni, di Ravanusa, segretario particolare dell’ex assessore regionale Roberto Di Mauro; Giuseppe Capizzi, 38 anni, imprenditore e sindaco di Maletto.  

I lavori coinvolti nel giro di appalti ad Agrigento

Tra i lavori coinvolti nel giro dei falsi appalti, ci sarebbe anche la riqualificazione della provinciale 19 e quella dello stadio “Dino Liotta” di Licata. Inoltre, sarebbero coinvolti anche alcuni lavori su rete idrica di Agrigento, l’opera più importante tra gli appalti coinvolti.

Agrigento, appalti truccati in provincia. Le indagini della Polizia

La Polizia di Stato di Agrigento ha eseguito una articolata attività di perquisizione nei confronti di indagati e società coinvolte in un complesso sistema di spartizione di lavori pubblici, in esito ad una complessa e non ancora conclusa attività di indagine guidata dalla Procura della Repubblica di Agrigento.

Le plurime illegittimità emerse anche da segnalazioni della A.N.A.C., il mancato avvio di importanti opere pubbliche, come la rete idrica di Agrigento o il Centro di raccolta dei rifiuti di Ravanusa, opere finanziate per varie decine di milioni di euro, hanno reso indispensabili approfondimenti investigativi portati avanti dalla Squadra Mobile di Agrigento attraverso attività tecniche e di acquisizione di atti da fonti aperte.

Appalti e tangenti, i casi di Favara

In esito all’attività di perquisizione disposta da questa Autorità giudiziaria, oltre a quanto ricercato sotto il profilo documentale e informatico, che sarà oggetto di approfondimento nei mesi a venire, è stata rinvenuta in possesso di alcuni imprenditori di Favara, presso il domicilio e la sede dell’impresa una rilevante somma di denaro ammontante ad oltre 200000 euro, che secondo quanto ascoltato in esito delle attività di intercettazione, era utilizzata per compensare in particolare alcuni pubblici ufficiali per i loro servigi. consistiti in atti contrari ai doveri d’ufficio. Sono stati infatti acquisiti nell’indagine elementi, quali la comunicazione di offerte tecniche, bandi di gara, disciplinari e contratti, che hanno permesso di alterare il regolare corso delle gare d’appalto di importanti opere pubbliche.

Subappalti non autorizzati a Licata

Altre somme sono state rinvenute in possesso dell’attuale dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale del comune di Licata, al servizio di detta impresa anche con funzioni organizzative dell’attività presso la Pubblica amministrazione, volta a favorire in cambio di denaro o altre utilità procedure, finanziamenti e nomine. Costante è il ricorso spartitorio ai subappalti non autorizzati.

Le accuse di corruzione nell’agrigentino

Il rinvenimento di tali somme in possesso degli indagati, che per le modalità di conservazione e la acquisita destinazione finale, è stato considerato, allo stato e ferma la presunzione di innocenza, come traccia evidente del commesso reato di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e di turbativa d’asta, ed altri elementi depongono per la permanente messa a disposizione delle funzioni pubbliche e la connessa flagranza del reato, da parte del citato dirigente dell’Ufficio Tecnico, che nel tempo ha svolto e svolge le funzioni di Responsabile unico dei procedimenti o di commissario di gara in numerose procedure ad evidenza pubblica su tutto il territorio regionale.

Questo ha, pertanto, indotto la Polizia di Stato, con l’assenso di questo Ufficio, ad interrompere l’attività criminosa in atto con gli arresti operati, in attesa del vaglio del Giudice sul materiale indiziario raccolto sino a questo momento.