Agrigento, patrimonio del passato da valorizzare - QdS

Agrigento, patrimonio del passato da valorizzare

Pietro Vultaggio

Agrigento, patrimonio del passato da valorizzare

mercoledì 12 Agosto 2020

Gli ipogei presenti nella Città dei Templi rappresentano un’enorme risorsa dal punto di vista turistico. L’emergenza Coronavirus ha messo a dura prova il cronoprogramma degli interventi

AGRIGENTO – Il territorio nasconde un grande patrimonio culturale e urbanistico delle civiltà passate e ancora da scoprire. “Se non ci saranno intoppi – ha sottolineato qualche mese Rino La Mendola, ingegnere capo dell’ufficio del Genio civile – entro la fine del 2020 una parte degli ipogei potranno essere aperti ai turisti”.

Oggi, però, si fanno i conti con i soliti ritardi sulla tabella di marcia, anche per colpa della pandemia. Il cronoprogramma originario prevedeva la georeferenziazione entro giugno scorso e la realizzazione dei primi progetti entro ottobre. Dopo rimandi e false partenze, ecco la terza fase, ovvero la verifica tecnica delle condizioni e dello sviluppo sotterraneo dei due più grandi e conosciuti ipogei tra quelli presenti sotto il centro città.

Ad alcuni mesi dai tavoli tecnici avviati dal Genio civile sul tema, adesso il Comune di Agrigento ha pubblicato un avviso per individuare dei tecnici che si facciano carico di “effettuare un preciso e puntuale rilievo degli ambienti ipogei delle cavità già note, al fine di potere verificare lo sviluppo planimetrico delle gallerie ed il loro rapporto con il tessuto urbano presente in superficie”.

Per il recupero a fini turistici, il Comune ha a disposizione circa 2 milioni di euro. In particolare, dovrà essere realizzato un rilievo topografico sotterraneo con l’uso di strumentazione laser scanner 3d, con tanto di planimetrie in scala e indicazioni precise delle quote di ogni singolo livello. Inoltre, i rilievi dovranno essere georiferiti e messi a confronto con le planimetrie del territorio sovrastante, al fine di individuare con precisione se sopra ad un ipogeo si trovi una strada, una piazza, un edificio. Essenziale, altresì, è che si provveda alla mappatura delle aree che presentano “evidenti segni di ammaloramento, in modo da potere focalizzare le maggiori criticità nell’ambito del patrimonio sotterraneo rilevato”.

Due gli ipogei al momento oggetto di studio, cioè quelli di Acquamara e Purgatorio, un intervento importante e che focalizzerà l’attenzione su oltre un chilometro e duecento metri di gallerie sotterranee.

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