Calano le vendite, ma non le entrate, sorrette dall’aumento dei prezzi: questo, in estrema sintesi, ciò che è successo nell’anno che va da giugno 2023 a giugno 2024, ai prodotti agroalimentari con etichetta regionale siciliana, secondo quanto esposto nella sedicesima edizione dell’osservatorio “Immagino GS1 Italy”, che incrocia le informazioni riportate sulle etichette di oltre 138 mila prodotti analizzati nell’anno terminante a giugno 2024.
Il servizio Immagino di GS1 Italy Servizi mette sotto la lente di ingrandimento ingredienti, tabelle nutrizionali, loghi e certificazioni, claim e indicazioni di consumo. Con oltre 377 milioni di euro di vendite, la Sicilia conserva il secondo posto in classifica raggiunto nell’anno che va da giugno 2023 a giugno 2024, e mostra dinamiche simili al Trentino-Alto Adige, in cima alla classifica. I 1.176 prodotti siciliani hanno perso però il 3,5% dei volumi, ma mantenuto stabili le vendite a valore (+0,2%), un risultato dovuto all’aumento dei prezzi.
Calano le vendite dell’agroalimentare siciliano, soffrono vini Doc e Docg
In realtà si è andato a interrompere il trend di crescita dell’anno precedente. Tra 2022 e 2023, infatti, la crescita in valore era stata del 5%. A soffrire, in quest’ultimo anno analizzato, sono stati soprattutto i vini Doc o Docg, i gelati multipack, le birre alcoliche e il vino liquoroso/passito. A livello nazionale, sugli scaffali di supermercati e ipermercati si trovano 10.294 prodotti che specificano in etichetta il loro carattere regionale. Quest’ampia offerta agroalimentare, nell’anno finito a giugno 2024, ha realizzato oltre 3 miliardi di euro di sell-out (vendite dal produttore al consumatore), pari al 7,5% del totale del paniere rilevato.
Il trend annuo nazionale è stato simile nell’andamento a quello isolano, sostanzialmente stabile a valore (+0,7%) ma negativo a volume, con una riduzione del 2,6%.
Un successo frenato
Questo trend accomuna la maggior parte delle regioni con alcune eccezioni. Valle D’Aosta, Puglia, Molise, Liguria, Sardegna, Veneto, Basilicata e Abruzzo hanno registrato una buona crescita del giro d’affari, ma solo per Molise, Valle D’Aosta e Sardegna questo è stato accompagnato anche da un aumento dei volumi venduti. Più in generale, il paniere in cui si collocano tutti i prodotti che richiamano in etichetta la loro matrice italiana, utilizzando claim, certificazioni, indicazioni geografiche o icone, è il più importante in termini di numero di referenze e di giro d’affari, e dunque di contributo alle vendite complessive del paniere rilevato da Immagino. Quest’aggregato include 26.411 referenze con vendite pari a quasi 11,4 miliardi di euro nel solo canale supermercati e ipermercati, rappresentando rispettivamente il 27,9% e il 28,4% del totale rilevato. Rispetto all’anno terminato a giugno 2024, le vendite a volume sono diminuite del 2%.
L’emblema dell’italianità più utilizzato sulle etichette dei prodotti è la bandiera italiana, inserita sul 16,3% dei prodotti rilevati. In cifre assolute si tratta di 15.414 referenze che, nell’anno finito a giugno 2024, hanno realizzato quasi 7 miliardi di euro tra super e ipermercati (17,3% sul totale). Tra le categorie merceologiche, le crescite di affettati, mozzarelle, uova di gallina, olio extravergine di oliva, caffè macinato, crescenza, bevande a base thè, biscotti tradizionali, formaggi grana e simili, sughi pronti e basi sono state più che neutralizzate dal calo di latte Uht, latte fresco, verdura di quarta gamma e terza lavorazione avicunicola. Secondo posto per apporto al paniere dell’italianità, ma primo tra i claim, è l’indicazione “100% italiano”, presente sulle etichette di 8.501 prodotti (9,0% del totale) con quasi 5 miliardi di euro di vendite.
Crescono le vendite dell’olio di oliva e della mozzarella
Tra giugno 2023 e lo stesso mese del 2024 questo paniere è riuscito a crescere del +2,4% a valore ma è arretrato del -2,1% nelle vendite a volume. Tra i prodotti l’olio extravergine di oliva, le passate di pomodoro, le mozzarelle, le uova di gallina, la crescenza, i formaggi grana e simili e i gelati multipack hanno evidenziato crescite importanti; mentre in calo sono risultati latte Uht, latte fresco, pasta di semola, merendine e birre alcoliche. Sono 5.771 i prodotti venduti in supermercati e ipermercati che riportano sulla confezione l’indicazione “prodotto in Italia”.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI

