Aids, ne muore un bambino ogni 5 minuti, epidemia aggravata da pandemia - QdS

Aids, ne muore un bambino ogni 5 minuti, epidemia aggravata da pandemia

Aids, ne muore un bambino ogni 5 minuti, epidemia aggravata da pandemia

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lunedì 29 Novembre 2021

Povertà, problemi di salute mentale e abusi aumentano il rischio di contagio per bambini e donne, soprattutto dall'avvento del Covid.

Nel 2020 almeno 310.000 bambini in tutto il mondo hanno contratto l’Hiv, uno ogni due minuti. Altri 120.000 sono morti per cause legate all’Aids, uno ogni cinque minuti.

Due bambini su 5 al mondo vivono con l’Hiv senza saperlo e solo poco più della metà dei bambini con l’Hiv ha accesso ai trattamenti antiretrovirali. Circa l’88% delle morti di bambini legate all’Aids sono avvenute nell’Africa sub-sahariana e la pandemia da Covid-19 sta aggravando la situazione. È il quadro descritto nel nuovo rapporto Unicef “HIV and AIDS Global Snapshot”, presentato a due giorni dalla Giornata Mondiale per la lotta all’Hiv/Aids che si celebra come ogni anno, il 1° Dicembre.

L’allarme per donne e bambini

“L’epidemia di Hiv entra nel suo quinto decennio nel contesto di una pandemia globale che ha sovraccaricato i sistemi sanitari e limitato l’accesso ai servizi salvavita. Nel frattempo, la crescente povertà, i problemi di salute mentale e gli abusi stanno aumentando il rischio di contagio per i bambini e le donne”, afferma in una nota il Direttore generale dell’Unicef Henrietta Fore. Il rapporto evidenzia che, a causa del Covid-19, molti paesi hanno subito interruzioni significative nei servizi per l’Hiv.

I test Hiv per i neonati nei paesi ad alta prevalenza sono diminuiti ta il 50% e il 70%, mentre i nuovi trattamenti iniziati nei bambini al di sotto dei 14 anni sono diminuiti tra il 25% e il 50%. L’accesso alla terapia antiretrovirale è per i bambini, a livello globale, molto ridotta rispetto a quella delle donne in gravidanza (85%) e degli adulti (74%). In Asia orientale e Pacifico sono il 59% ha accesso alle terapie, il 57% in Africa orientale e meridionale, il 51% in America Latina e Caraibi e il 36% Africa occidentale e centrale. (ANSA).

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