Secondo quanto riferisce un ministro all'Agi, Draghi sarebbe determinato a emanare un decreto con queste indicazioni prima che le nuove infezioni "esplodano" come in altri Paesi europei.
“Ormai abbiamo
imparato a conoscerlo. Sta accumulando dati e informazioni, poi ci illustrerà
il decreto…”. Un ministro non
nega che il lavoro sul green pass sia tutto nelle mani del premier Draghi.
Riferisce che il
presidente del Consiglio si sta rapportando con gli altri leader europei e con
il mondo scientifico, che poi metterà sul tavolo un modello che si avvicina
a quello del presidente della Repubblica Macron, anche se sarà più
soft.
Modello Macron ma più
soft
Ormai è deciso che si
andrà per fasi. Per poter cenare al chiuso servirà aver fatto una prima
dose di vaccino, poi a settembre ne saranno necessarie due. Al momento
il provvedimento varrà solo per l’immediato. Ovvero per mettere nero su bianco
i criteri per partecipare ai grandi eventi, come concerti e discoteche, oppure
come comportarsi negli spazi chiusi e nei viaggi a lunga percorrenza. Per
quanto riguarda la scuola e il trasporto pubblico se ne parlerà più avanti.
Pochi margini per i
partiti
I partiti hanno preso
posizione ma ci sono pochi margini per mettersi di traverso. Draghi è
determinato ad agire prima che la curva dei contagi salga a livello degli altri
Paesi europei. Prima è previsto il confronto con le regioni che fanno scudo
sulla possibilità di applicare il green pass anche alle zone bianche e poi si
aprirà una vera interlocuzione con i partiti.
La Lega rivendicherà la possibilità di riaprire le discoteche ma Salvini resta fortemente contrario a un sistema che nelle intenzioni dell’esecutivo deve premiare chi ha esposto il braccio per la siringa. (AGI)