Anagrafe vaccini, ripartiti i fondi tra le regioni - QdS

Anagrafe vaccini, ripartiti i fondi tra le regioni

Serena Giovanna Grasso

Anagrafe vaccini, ripartiti i fondi tra le regioni

martedì 08 Ottobre 2019

Il decreto del ministero della Salute del 15 luglio è stato pubblicato sulla Guri 230/19. Alla Sicilia vanno 186 mila euro. Ogni regione dovrà comunicare i dati utilii a valutare la corretta copertura, per monitorare l’attuazione dei programmi

PALERMO – Oltre 186.500 euro: a tanto ammonta la quota stanziata in favore della Sicilia per raccogliere in modo uniforme, mediante l’anagrafe vaccinale regionale, i dati da inserire nell’Anagrafe nazionale vaccini. A livello nazionale, le somme destinate a tal fine ammontano complessivamente a 2,5 milioni di euro (valore incrementato di 50 mila euro annui, a decorrere dal 2019).

Sulla Guri numero 230 del primo ottobre è stato pubblicato il decreto del ministero della Salute dello scorso 15 luglio, recante l’individuazione delle modalità di riparto, tra le regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, degli stanziamenti previsti dalla Legge numero 145/2018 (cosiddetta Legge di Bilancio), disposti dal comma 585 dell’articolo 1.

All’Isola è stato destinato il quarto importo più sostenuto a livello nazionale. Il 14% dello stanziamento totale va alla Lombardia (352.465 euro); a seguire troviamo Lazio (216.195 euro) e Campania (208.891 euro). Quote sostenute sono state investite anche a beneficio di Veneto (185.453 euro), Emilia Romagna (171.953 euro) e Piemonte (170.897 euro). Mentre somme inferiori ai 50 mila euro vanno alla Basilicata (43.548 euro), Provincia autonoma di Trento (42.500 euro), Provincia autonoma di Bolzano (41.813 euro), Molise (35.308 euro) e Valle d’Aosta (29.156 euro).

La ripartizione delle risorse è stata effettuata tenendo conto della popolazione presente in ogni regione e in ogni Provincia autonoma, come da ultimo censimento Istat (popolazione presente al primo gennaio 2018); ovvero, gli stessi criteri applicati per la ripartizione della quota indistinta del Fondo sanitario nazionale. Un secondo criterio utilizzato per la ripartizione si incentra sul concetto di funzione compensativa: in particolare, bisogna garantire a tutte le regioni e Province autonome una quota dello stanziamento in conto capitale congrua allo scopo perseguito dal legislatore.

Il decreto consente anche il potenziale riuso di sistemi informatici o di parte di essi già realizzati da amministrazioni regionali. L’obiettivo dello stanziamento è garantire la corretta valutazione delle coperture vaccinali, utile sia a monitorare l’attuazione dei programmi vaccinali in atto su tutto il territorio nazionale, coerentemente con il calendario vaccinale nazionale vigente, sia a fornire informazioni agli organi nazionali, comunitari ed internazionali nell’ambito dello svolgimento di funzioni e compiti correlati alla tutela della salute, anche mediante l’elaborazione di indicatori a fini comparativi.

Ogni regione e Provincia autonoma si dovrà occupare di fornire i dati sui soggetti vaccinati, soggetti da sottoporre a vaccinazione, soggetti immunizzati, soggetti per i quali le vaccinazioni possono essere omesse o differite solo in caso di accertato pericolo per la salute dosi e tempi di somministrazione delle vaccinazioni effettuate ed eventuali effetti indesiderati. Il fine ultimo delle anagrafi vaccinali regionali è quello di realizzare delle anagrafi uniche a livello regionale, requisito indispensabile per la corretta alimentazione dell’Anagrafe nazionale vaccini.

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