“Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di questa assemblea, e al cospetto di tutto il popolo italiano, che assumo (io solo!) la responsabilità (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto”. Questa è la dichiarazione al CdA di 3-I spa, la società di Stato che dovrebbe occuparsi di incrociare e assistere i dati di Inps, Inail e Istat, dell’amministratore Claudio Anastasio.
La dichiarazione programmatica proposta alla sua società è tratta dal discorso di Mussolini in Parlamento l’indomani dell’assassinio di Giacomo Matteotti. Una società che si occupa di sistemi informativi, bit e Byte, server e algoritmi. Una società di ingegneri ed informatici, quanto più distante da arringhe di popolo, cuori palpitanti, che aspettano e sperano che quell’ora si avvicini. Un CdA di un’azienda statale non assomiglia a un’assemblea studentesca goliardica, non è un balcone affacciato su una piazza di Roma, non è nemmeno un cabaret. È una cosa grigia, per tecnocrati vestiti anch’essi di grigio, dai toni misurati, senza guizzi e lazzi. Ma il tempo odierno è ormai marinettiano, è un tempo esclamativo, che rifugge l’interrogativo. Dubbi? Nessuno!
Ovviamente, inevitabilmente, lapalissianamente è stato affettuosamente invitato alle dimissioni, dopo, pare, una serena telefonata arrivata da un noto palazzo Romano affacciato su una piazza con Colonna.
Non siamo (si spera) ovviamente al “credere, obbedire e combattere”, ma piuttosto davanti a comportamenti illogici, se non stupidi e di un narcisismo ipertrofico (Io solo!). Al tempo dei social, dove tutto finisce in rete, se non in m**da, comportamenti del genere sono al limite di un diverso genio.
Non c’era bisogno di dichiarare la propria fede politica, Anastasio, come il sorello non brillante di Cenerentola, era stata – seppur Carneade al grande pubblico, ma anche agli addetti ai lavori – una delle primissime nomine del Governo. Come se fosse un cervello in fuga da accaparrarsi subito prima che diventasse CEO di Google o di Amazon.
Allora perché questo Harakiri alla Mishima? Per l’amicizia con Rachele Mussolini, per dichiararsi più realista del re? La cosa forse è più banale. Non si era arrivati pronti, nonostante lo slogan della campagna elettorale, al cambio di classe dirigente. Quando ti prepari a governare uno Stato stratificato come il nostro devi avere pronte le cartelline di almeno 1000 persone, con più di una scelta per casella da occupare, per mandare avanti sta barca malandata chiamata Italia. 1000 persone valutate, testate negli anni, affidabili, curriculate.
Se no si mettono le persone a casaccio, inadeguate, improvvide, instabili o improbabili, che parlano quando non devono parlare, che scrivono quando non devono lasciar traccia, che inciampano quando bisogna stare accorti. Poi magari sapere usare forchetta e coltello non guasta, ma non basta.
Abbiamo già visto all’opera i 5stelle, quelli però, per non sapere, appunto, né leggere né scrivere, si erano fatti prestare le figurine da mettere da altri nell’album. Qui siamo più autoctoni, più esclusivi e autarchici, come Nanni Moretti nel suo film più riuscito. Facciamo tutto da noi in casa. Poi se qualcuno è platealmente, goliardicamente, deficiente ( dal latino deficere) nei comportamenti viene ghigliottinato all’istante. Sono le regole del nuovo corso, prima non pensi, che magari ci prendi l’abitudine, e dopo espii.
Così è se vi pare.