“L’edilizia trapanese cresce ma il settore va sostenuto” - QdS

“L’edilizia trapanese cresce ma il settore va sostenuto”

Vito Manca

“L’edilizia trapanese cresce ma il settore va sostenuto”

giovedì 20 Gennaio 2022

Il presidente di Ance Trapani Catalano suona l’allarme e spiega al QdS: “Un territorio, il nostro, che vanta una tradizione imprenditoriale importante e per tale motivo da salvaguardare”

TRAPANI – La strada intrapresa è quella giusta ma va messa in sicurezza. L’edilizia cresce. Anche quella trapanese. I dati in campo rimandano ad una condizione di rilancio che il presidente Sandro Catalano conferma. Il suo osservatorio è privilegiato. Da poco è stato chiamato al vertice della sezione provinciale dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili e da lì può sottolineare, numeri e percentuali alla mano, che il settore sta facendo il suo dovere. Sta affrontando la crisi – scatenata dalla pandemia – a viso aperto. Utilizzando gli strumenti a disposizione e valorizzando i progetti d’impresa.

Tra gli strumenti più efficaci c’è il Superbonus statale per le ristrutturazioni. Ha risolto tutti i problemi dell’edilizia?
“Il Superbonus ci sta dando una grossa mano d’aiuto e i dati relativi all’incremento della massa salari confermano questa lettura, ma non abbiamo risolto tutti i problemi. L’edilizia abbraccia sia il privato che il pubblico e proprio il pubblico è carente di lavori. Dall’andamento degli appalti pubblici ci rendiamo conto che lo Stato e l’amministrazione pubblica sono venuti meno alla loro funzione di investimento e di redistribuzione della ricchezza nel territorio”.

Qual è il giro d’affari che riesce a produrre il settore edile nel territorio trapanese?
“Sul giro d’affari dell’edilizia non abbiamo al momento dati certi. Tuttavia possiamo utilizzare altri riferimenti che possono dare un’idea di quello che rappresenta il settore. Possiamo considerare, prendendo in considerazione l’andamento degli ultimi venti anni, che il trend delle opere pubbliche aggiudicate in provincia si è via via ridotto dai 152 milioni di euro del 2001 agli appena 9 milioni del 2019. Un dato che conferma il nodo da sciogliere sul ruolo dello Stato. Nondimeno, citando fonti Inps, e registrate dal Report economico della Banca d’Italia sulle ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni, l’industria dell’edilizia rappresenta il 45% della realtà produttiva industriale della regione, escludendo trasporti, servizi, commercio ed agricoltura”.

Le amministrazioni locali dialogano con l’Ance Trapani? O più spesso decidono di girarsi dall’altra parte?
“Le amministrazioni pubbliche ogni volta che sono state coinvolte si sono dimostrate disponibili, salvo poi doversi confrontare con il problema della burocrazia. Ma non è un caso soltanto della provincia di Trapani. Parlando con altri colleghi è stato facile verificare che un po’ in tutta la Sicilia si rileva questa problematica. Non riescono a pensare che possiamo essere utili con i nostri uffici ed i centri studi, provinciali, regionali e nazionali. Proprio in questi giorni stiamo cercando di organizzare un workshop basato sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, aperto alla partecipazione di tutti gli enti locali e delle amministrazioni pubbliche”.

Catalano, nella sua prima uscita ufficiale, dopo l’elezione al vertice dell’Associazione, nello scorso mese di dicembre, aveva sottolineato, con forza, la necessità di un dialogo costante: “Vogliamo riavvicinarci alle amministrazioni pubbliche ed a tutti gli enti locali per un interscambio di idee e proposte a vantaggio dei nostri associati e anche delle amministrazioni stesse che avranno bisogno del supporto dei nostri uffici territoriali, regionali e nazionali. Vogliamo essere un punto di riferimento per le aziende che avranno bisogno di chiarimenti legali, sia nei lavori pubblici che in quelli privati e, qualora necessario, siamo pronti ad intervenire con i nostri legali. Vogliamo assicurare assistenza tecnica alle imprese che lavorano nel campo del Superbonus”.

La strategia del dialogo ha già un appuntamento importante. Di più, un appuntamento con la storia. Si tratta del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sarà un treno che il territorio vedrà passare rapidamente?
“Il Piano nazionale di ripresa e resilienza penso proprio che passerà ancora più veloce di un treno, non tanto per il privato, ma per il pubblico che, come sempre, e sempre più spesso, non è pronto a sfruttare le opportunità che si presentano. La pubblica amministrazione è oggi appesantita da due grosse realtà che interagiscono negativamente. La prima riguarda l’enorme proliferare di leggi e normative sugli appalti pubblici che si inseguono nel tempo ed hanno modificato la natura stessa della legislazione che, da regolatrice degli appalti, ha assunto sempre più le caratteristiche di strumento con norme di ordine pubblico. L’altra realtà è rappresentata dall’eccessivo peso della burocrazia che, nell’incertezza delle norme e rispetto al peso delle responsabilità, spesso preferisce il non fare. Con l’effetto di non raggiungere risultati e di perdere progettualità, finanziamenti e opportunità per la collettività. Tutto ciò può determinare situazioni critiche, all’interno delle stesse amministrazioni, che entrano in conflitto con le proprie classi dirigenti”.

L’Ance Trapani è comunque pronta a fare la sua parte fino in fondo. Catalano ha inserito il suo programma d’azione nel solco della continuità con il lavoro svolto dall’ex presidente Rosario Ferrara. Del resto ne è stato suo vice. Da qui la sua rinnovata fiducia su un piano d’azione ormai consolidato nel tempo: “Crediamo di poter supportare sia le nostre aziende storiche, sia quelle che potranno avere bisogno dei nostri servizi, in un percorso che le veda cogliere le giuste opportunità e tornare protagoniste nello scenario socio-economico della provincia. Un territorio che vanta una tradizione imprenditoriale importante e per tale motivo da salvaguardare”.

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