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VIDEO | Anci Sicilia, presidenza Ars e gruppi parlamentari a confronto. Amenta: “Rimbalzano le responsabilità”

Mauro Seminara
Mauro Seminara

Incontro in ufficio di presidenza dell’Ars con presidente Gaetano Galvagno e capigruppo da parte del parlamento siciliano e una delegazione dell’Anci Sicilia capitanata dal presidente Paolo Amenta dall’altra. Il confronto, durato circa un paio d’ore, ha permesso al presidente Galvagno di raccogliere le istanze dei Comuni giunti ormai all’ultima soglia prima dello stato di agitazione. Dai primi cittadini presenti per Anci è stata in un secondo momento manifestata tutta la stima ad Amenta per le attività esperite, non ultima quella dell’incontro di ieri mattina all’Ars, ma anche la volontà di andare oltre nel caso non fossero prese iniziative da parte della Regione Siciliana per risolvere lo stato in cui versano le amministrazioni degli enti locali. L’Anci Sicilia, ricevuta ed ascoltata da Gaetano Galvagno, avrebbe incontrato volentieri il presidente della Regione Renato Schifani per estendere il confronto anche con il governo. Pur trovandosi a pochi metri, con Anci Sicilia in sala stampa e Renato Schifani negli uffici di presidenza, l’incontro non c’è stato.

Il sit-in contro l’emergenza idrica

Palazzo dei Normanni è stato attraversato da un convulso sovrapporsi di eventi ed incontri di diversa natura, ma tutti trasversalmente legati da un filo che accomunava l’incontro tra Anci Sicilia e presidenza Ars, la conferenza stampa del Partito Democratico sulla siccità e perfino il sit-in in piazza Indipendenza del movimento spontaneo “Vogliamo l’acqua” indetto per manifestare davanti la sede della Regione Siciliana la condizione ormai drammatica dei comuni di Agrigento, Caltanissetta ed Enna. La presenza dei cittadini siciliani in sit-in davanti Palazzo d’Orleans è stata ricordata in un momento di incontro con la stampa dal vicepresidente di Anci Sicilia, Roberto Gambino. L’ex sindaco di Caltanissetta ha appunto fatto notare che “possiamo attendere 72 ore o poco più, prima che le manifestazioni per la crisi idrica diventi motivo di ordine pubblico in Sicilia”. Ultimo anello, che lega gli eventi a palazzo, l’attesa per il seguito della discussione sul Ddl Variazione di bilancio in cui, secondo i sindaci, non ci sono interventi sostanziali per gli Enti locali.

Le parole di Amenta

“La mia sensazione è che è partito un dibattito”, spiega a fine confronto in ufficio di presidenza Paolo Amenta al QdS. “Ognuno si tiene sulle sue posizioni, è arrivato – ci dice Amenta – un rimbalzare di situazioni: mentre il presidente Galvagno chiedeva ai capigruppo di prendere coscienza di questa situazione e fare la propria parte, i capigruppo rimandano al governo la situazione”. Quanto “rimbalzato” tra presidenza Ars e capigruppo riguarda una serie di interventi che gli Enti locali attendono da troppo tempo ed a cui non riescono più a far fronte senza un intervento importante da parte della Regione Siciliana ma anche da parte del governo nazionale. Il superamento di uno stallo, lo ha definito l’Anci Sicilia, per navigare finalmente in porto interventi normativi e finanziari per gli Enti locali. A partire dal disegno di legge sugli Enti locali, smarrito ormai per le vie e le stanze di Palazzo dei Normanni, i sindaci chiedono che si affrontino davvero ed in maniera risolutiva aspetti critici che hanno ormai raggiunto la soglia dell’insostenibilità.

Le richieste

L’Anci Sicilia chiede l’istituzione in Sicilia del Consiglio delle autonomie locali come nel resto d’Italia, un intervento finanziario in favore degli enti locali che hanno al momento 120 comuni su 391 in dissesto finanziario, l’istituzione di un tavolo con Stato, Regione Siciliana ed enti locali per affrontare l’impatto di alcune norme nazionali sul contesto siciliano, una seria dotazione finanziaria per compensare gli extra costi sostenuti dai comuni in attesa dei fatidici termovalorizzatori ed un intervento su quello che l’associazione dei sindaci definisce “oligopolio” degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti. I comuni siciliani, in altre parole, secondo l’Anci Sicilia non reggono più l’impatto della carenza idrica e dei costi della Tari, non riescono ad approntare i bilanci di previsione e in 150 casi su 391 comuni non riescono neanche a far quadrare il bilancio consuntivo del 2023.