AnciSicilia, "Verso un diverso uso della Cig per le imprese" - QdS

AnciSicilia, “Verso un diverso uso della Cig per le imprese”

redazione

AnciSicilia, “Verso un diverso uso della Cig per le imprese”

venerdì 29 Maggio 2020

Il presidente dell'associazione dei Comuni Leoluca Orlando, “Il costo del lavoro sia in linea con la capacità produttiva e reddituale”. Necessario andare oltre gli interventi “tradizionali” di gestione delle crisi economiche

PALERMO – È necessario un approccio nuovo per affrontare una situazione eccezionale quale è l’emergenza economica scaturita dalla pandemia da Covid-19 e un diverso utilizzo delle risorse della Cig per far ripartire le imprese”.
È quanto dichiara Leoluca Orlando, presidente di AnciSicilia.

“Utilizzare gli interventi di gestione delle crisi di tipo tradizionale, come quelli nel panorama delle tipologie degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro presenti nel nostro ordinamento – continua Orlando – non può essere più adeguato a far fronte alla crisi in atto. Il trattamento di integrazione salariale ha senso, infatti, solo se è limitato sia nello spazio che nel tempo”.

“Per far ripartire l’economia italiana e in particolare a quella del Mezzogiorno è indispensabile che le imprese riprendano la propria attività sostenendo un costo del lavoro in linea con la propria capacità produttiva e reddituale ed adeguata ad un mercato che non resterà più lo stesso – aggiunge il presidente di AnciSicilia -. È importante che le imprese che mantengano i livelli occupazionali e laddove possano sostengano forme di welfare aziendale e forme di retribuzione legate al risultato e dello Stato che compensi almeno una parte del reddito perso dai lavoratori con politiche fiscali di riduzione del cuneo. Per esempio basterebbe applicare l’articolo 8 della legge 148/2011 ed i contratti di prossimità, con azione limitata nel tempo, ed integrare con dei bonus fiscale il reddito perso dai lavoratori a fronte della riduzione retributiva contrattata”.

“È necessario – prosegue Orlando – destinare maggiori risorse finanziarie alle imprese che utilizzino i lavoratori senza porli in cassa integrazione utilizzando tutti gli strumenti legislativi nazionali e regionali di cui disponiamo. Per citarne uno ad esempio l’articolo 60 del Decreto Legge 34 del 2020 (Rilancio Italia) prevede che le regioni possano adottare misure di aiuto alle imprese per contribuire ai costi salariali dei lavoratori per evitare i licenziamenti con effetto già a partire da febbraio 2020. Costerebbe, infatti, meno erogare un contributo di 1200 euro al mese, a ristoro della contribuzione a carico azienda e di una parte retributiva per ogni lavoratore mantenuto nel rapporto di lavoro che dare il trattamento di integrazione salariale per lasciare il lavoratore a casa senza lavorare. Il tutto magari nei settori più colpiti come tutti i settori collegati ai flussi turistici (alberghi, ristoranti, agenzie di viaggio) ed il settore dello spettacolo dal vivo (teatri, cinema, sport)”.

“In un momento di crisi economica eccezionale – conclude il presidente di AnciSicilia, Leoluca Orlando – abbiamo il dovere di utilizzare tutti gli strumenti per sostenere il tessuto produttivo del nostro Paese garantendo la dignità del lavoro e la salvaguardia delle diverse professionalità”.

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