Ansia nei giovani: inadeguatezza e paura di non essere abbastanza
15 Marzo 2025

Generazione Ansia, i giovani siciliani tra senso di inadeguatezza e paura di non essere abbastanza

Generazione Ansia, i giovani siciliani tra senso di inadeguatezza e paura di non essere abbastanza

Marika Contarino  |
sabato 07 Dicembre 2024

Cos'è l'ansia e in che modo tarpa le ali ai giovani? Il report e l'intervista.

Inadeguatezza, stanchezza, paura. Sono questi i sintomi delle nuove generazioni, sempre più legate a ideali e standard difficili da raggiungere. Ma sono anche i sintomi di un disturbo molto comune, soprattutto tra i giovani: l’ansia.

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Ansia e inadeguatezza nei giovani: il report Istat

Secondo l’ultimo report Istat la situazione di fragilità dei ragazzi si fa più acuta nel secondo anno di pandemia. Nel 2021, infatti, si registra un aumento del 3,1% della quota di ragazzi tra i 14 e i 19 anni che esprimono insoddisfazione per la propria vita (voto tra 0 e 5). La stessa percentuale è aumentata anche nella fascia di età 20-24 anni, ma con una variazione più lieve.

Non essere soddisfatti della propria vita, in queste fasce d’età, è una condizione spesso accompagnata da scarso benessere psicologico. Ciò causa stati emotivi altalenanti, tra timori e dubbi che spesso si trasformano in veri e proprio disturbi, come l’ansia.

La differenza con le generazioni passate

Le generazioni passate vivevano in un modo “verticale”, fatto da una scala di valori, e nella loro educazione era introdotto il senso di colpa. Ciò significa che la richiesta fondamentale dei genitori era di “comportarsi bene” e, nel caso in cui si obbedisse, essere “castigati”. Ovviamente, il castigo variava di forma e metodo a seconda dei soggetti. La società di oggi è invece di base orizzontale: il principio fondamentale è la prestazione, essere i numeri uno, elevarsi al di sopra degli altri, essere sempre produttivi. Dunque, se per i giovani di ieri l’ansia si esprimeva in un senso di colpa cui si trovavano faccia a faccia, per quelli di oggi si traduce in un senso di inadeguatezza e di malessere.

Ma quali sono i sintomi dell’ansia e cosa possiamo fare per aiutare i giovani a tenerla a bada? Noi di QdS.it abbiamo voluto indagare più a fondo questo disturbo e, a tal proposito, abbiamo interrogato la dottoressa Patrizia Trovato, psicologa e psicodiagnosta.

Ansia nei giovani, l’intervista a Patrizia Trovato

Buongiorno dottoressa, potrebbe spiegare tecnicamente cos’è l’ansia?

“L’ansia è una risposta fisiologica del corpo umano e si manifesta quando ci si trova dinnanzi a situazioni di stress o di tensione. Infatti, un certo grado di ansia è adattiva e funzionale perché contribuisce ad essere performanti nelle situazioni che richiedono un’adeguata prestazione. Tuttavia, superato un certo livello, cioè quando essa diventa eccessiva e persistente, può interferire significativamente con la vita di un soggetto, limitando la sua quotidianità: allora si tratta di ansia patologica“.

Quali sono i principali sintomi?

“L’ansia, quando diviene persistente ed eccessiva, può manifestarsi attraverso un vasto repertorio che include sintomi fisici, emotivi e comportamentali. Il modo e l’intensità con cui tali sintomi si esprimono variano da persona a persona. Tra i sintomi fisici si possono osservare: tremori, battito cardiaco accelerato, sensazione di oppressione al petto, difficoltà a respirare, tensione muscolare, insonnia. Tra quelli emotivi: eccessiva irritabilità, preoccupazione costante, sensazione di perdita di controllo, senso di disperazione. Tra quelli comportamentali: comportamenti evitanti (ad es. evitare luoghi) difficoltà a mantenere un pensiero positivo”.

Quando i sintomi si possono tradurre in attacchi di panico?

“L’ansia dal punto di vista psicoanalitico può essere intesa come la manifestazione di conflitti inconsci irrisolti o desideri che lottano per raggiungere la coscienza. Essa rappresenta un segnale che indica che qualcosa non va e non può più essere ignorato. L’attacco di panico è uno stato di allarme acuto, che sorge apparentemente senza alcun motivo, in maniera improvvisa e genera uno stato di malessere nel soggetto che può provare terrore, paura, disperazione, inquietudine ed incertezza”.

Da cosa dipende questa fatica emotiva soprattutto nei giovani?

“L’ansia nei giovani può nascere per diverse ragioni e per comprenderle occorre indagare il sintomo in rapporto alla storia particolare del soggetto, mediante un percorso di psicoterapia. I motivi sono molteplici e variano da soggetto a soggetto. Gli studi sulla salute mentale indicano, in linea di massima, alcuni fattori tra cui: il diffuso isolamento a seguito della pandemia, con paure ed incertezze verso il futuro, e l’isolamento emotivo”.

Sempre focalizzandosi sull’ansia nei giovani, ha notato un cambiamento dopo l’avvento della pandemia?

“Ho ricevuto diverse segnalazioni e molti giovani hanno intrapreso un percorso di terapia proprio durante il periodo della pandemia. Sicuramente, la situazione di isolamento ed il timore del contagio hanno contribuito a far emergere con una spinta maggiore ansie e paure rispetto alla propria e altrui incolumità”.

In che modo i ragazzi affrontano questo disturbo?

“I disturbi d’ansia non sempre vengono riconosciuti in un primo momento. I giovani cercano di trovare delle soluzioni che spesso limitano la loro autonomia, la loro libertà di esplorare il mondo. Ad esempio evitando i posti affollati”.

Com’è possibile sostenere i giovani e aiutarli?

“Mediante un percorso di terapia, fatto di indagine accurata e approfondita, un giovane può iniziare ad accedere a delle risorse interiori. Ciò che possiamo fare noi adulti, dunque, è accogliere le loro difficoltà e provare a indirizzarli per affrontare il disturbo nel migliore dei modi”.

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