Antitrust e servizi di cloud computing di Google, Apple e Dropbox - QdS

Antitrust e servizi di cloud computing di Google, Apple e Dropbox

redazione

Antitrust e servizi di cloud computing di Google, Apple e Dropbox

martedì 08 Settembre 2020

L’Autorità garante del mercato ha avviato sei istruttorie. I procedimenti sono relativi a “presunte pratiche commerciali scorrette e alla eventuale presenza di clausole vessatorie nelle condizioni contrattuali”. Troppo inglese e poco italiano nei contratti

ROMA – Faro dell’Antitrust su Google (per il servizio Google Drive), Apple (per il servizio iCloud) e Dropbox.

L’Autorità Garante della concorrenza e del mercato ha avviato sei istruttorie nei confronti di alcuni dei principali operatori a livello globale dei servizi di cloud computing, la tecnologia che consente di usufruire, tramite server remoto, di risorse software e hardware, il cui utilizzo è offerto come servizio da un provider.

I procedimenti, si legge nella nota dell’Antitrust, sono relativi a “presunte pratiche commerciali scorrette e alla eventuale presenza di clausole vessatorie nelle condizioni contrattuali”. I tre soggetti coinvolti sono interessati “sia da un procedimento per presunte pratiche commerciali scorrette e/o violazioni della direttiva sui diritti dei consumatori sia da uno per presunte clausole vessatorie incluse nelle condizioni contrattuali”.

In particolare, le istruttorie per pratiche scorrette nei confronti di Google e Apple riguardano la mancata o inadeguata indicazione, in sede di presentazione del servizio, dell’attività di raccolta e utilizzo a fini commerciali dei dati forniti dall’utente e il possibile indebito condizionamento nei confronti dei consumatori, che, per utilizzare il servizio di cloud storage, non sarebbero in condizione di esprimere all’operatore il consenso alla raccolta e all’utilizzo a fini commerciali delle informazioni che li riguardano.

Le stesse contestazioni vengono mosse pure a Dropbox, cui si imputa – in aggiunta – di aver omesso di fornire in maniera chiara e immediatamente accessibile le informazioni sulle condizioni, sui termini e sulle procedure per recedere dal contratto e per esercitare il diritto di ripensamento. Inoltre, di non consentire all’utente l’agevole ricorso a meccanismi extra-giudiziali di conciliazione delle controversie, cui il professionista sia soggetto, con le indicazioni necessarie per accedervi.

I procedimenti per clausole vessatorie riguardano, invece, alcune condizioni contrattuali predisposte nei relativi modelli delle predette società, quali: l’ampia facoltà – da parte dell’operatore – di sospendere e interrompere il servizio; l’esonero di responsabilità anche in caso di perdita dei documenti conservati sullo spazio cloud dell’utente; la possibilità di modifica unilaterale delle condizioni contrattuali; la prevalenza della versione in inglese del testo del contratto rispetto a quella in italiano.

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