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Palermo, l’appello dell’arcivescovo Lorefice contro droga e mafia: “Mafiosi convertitevi”

marikacontarino

Palermo, l’appello dell’arcivescovo Lorefice contro droga e mafia: “Mafiosi convertitevi”

Redazione  |
lunedì 15 Luglio 2024

La "nuova peste", così come la chiama Lorefice, si sta diffondendo a dismisura e il suo consumo sta diventando un fatto ordinario.

“A chi vogliamo lasciare la nostra città, i nostri quartieri, le nostre case, le nostre strade? A questa nuova peste che, sotto i nostri occhi, camuffata di normalità e di ineluttabilità, sta contagiando i nostri giovani, cioè i nostri figli e nipoti, a Ballarò come al Cep, a Bagheria come a Termini imerese?! Questa tremenda peste entra nelle nostre case, nelle nostre scuole, nei luoghi di ritrovo dei giovani, nei luoghi di divertimento e dello sport. Ci invade sotto i nostri occhi. Si diffonde come cosa ordinaria il consumo di crack e di altre droghe come il fentanyl, aggiunto all’eroina”. Inizia così l’appello dell’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, durante l’omelia per la Santa patrona di Palermo.

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L’appello di Lorefice: “No a droga e mafia”

“Neonati ricoverati per overdose. Giovani piegati o stramazzati a terra. Esaltati, o depressi. A Palermo si abbassa anche l’età dei consumatori di droga. La prima dose si consuma anche a dieci anni. Penso a Ballarò e alle sue stradine, dove vediamo ragazzini e giovani distesi sui marciapiedi con lo sguardo perso, con gli occhi dello sballo da crack. Ragazze costrette a vendere i loro corpi per racimolare il prezzo di una dose. Non sono figli di altri, sono i nostri figli e ne siamo responsabili. Giovani, bambini, adescati per farli diventare dipendenti. Schiavi. Manipolabili. Consumatori”. Così Lorefice denuncia una realtà non più sostenibile, quella legata agli stupefacenti. Ma nel suo discorso la protagonista principale non è solo droga: c’è anche la mafia.

“L’organizzazione mafiosa sta tentando di ritrovare nuove risorse attraverso il rinnovato impegno nel campo del traffico di stupefacenti. Gridiamo forte stasera nel Festino di Rosalia il nostro desiderio di riscatto dalla mafia. A viso aperto. A cielo aperto. No alla mafia. Sì ai nostri figli. Convertitevi anche voi mafiosi”.

Lorefice ha rivolto, poi, un appello “ai politici e agli amministratori della Città e della Regione, affinché si adoperino concretamente e celermente ad approvare il disegno di Legge, nato dalla strada, da incontri fecondi di amore alla città, a Ballarò, per la prevenzione e il trattamento delle dipendenze patologiche. Decreto che io stesso ho consegnato l’anno scorso a luglio, insieme alle diverse realtà civili, ecclesiali e universitarie, che lo hanno stilato. È passato un anno e ancora nulla”. Conclude così l’appello monsignor Lorefice.

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