Il primo assaggio d’autunno in Sicilia, con il maltempo che negli ultimi giorni ha colpito diverse aree dell’Isola, non è passato inosservato. Lo scorso sabato 16 agosto, infatti, una forte grandinata ha danneggiato una buona parte del parapetto del Ponte San Giuliano, che rappresenta il tratto iniziale della Strada Statale 116 Randazzo-Capo D’Orlando ed è di primaria importanza per il collegamento tra Randazzo, nel Catanese, e il vicinissimo comune di Santa Domenica Vittoria, nel Messinese.
Una sorta di viadotto di confine tra le due province, che però da tempo si trova in uno stato di abbandono tale da scatenare non poche polemiche, soprattutto dopo il danneggiamento degli scorsi giorni che è andato inevitabilmente a peggiorare la situazione di un’infrastruttura cardine per la Sicilia.
La difficile situazione del ponte San Giuliano, la storia
Il ponte, prima dello scorso 16 agosto, era già stato danneggiato dall’ondata di maltempo dell’ottobre del 2021. Per questo motivo, dopo gli eventi del post-Ferragosto, la segreteria di Forza Italia Randazzo ha chiesto la convocazione di un tavolo tecnico regionale per affrontare il tema delle condizioni dell’infrastruttura.
Lo scorso lunedì Anas ha disposto la riapertura del ponte con il senso unico alternato, ma ciò non è bastato a placare le polemiche, nello specifico tra il sindaco di Taormina, Cateno De Luca, e il leader di Azione, Carlo Calenda, ma anche da parte del Partito Democratico siciliano, che ha puntato il dito contro il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, accusato di “fare passerelle soltanto su un altro ponte”, quello sullo Stretto di Messina.
Sulla questione è intervenuta nelle scorse ore anche la Regione Siciliana, per bocca dell’assessore alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, annunciando l’avvio dei lavori di consolidamento del ponte San Giuliano per un valore di circa un milione di euro.
La situazione: “Infrastruttura importante”
I problemi dell’infrastruttura interessano in particolare i comuni di Randazzo e Santa Domenica Vittoria e ai microfoni del QdS sono intervenuti il sindaco del piccolo comune della provincia peloritana, Nunzio Spartà, e uno dei commissari del Comune di Randazzo, Cosimo Gambadauro.
“Per noi il ponte San Giuliano è importante, soprattutto perché ci permette di collegarci con Randazzo, che è il centro più grosso dell’hinterland, in cui c’è la maggior parte dei servizi, tra cui anche le scuole secondarie”, ha sottolineato Spartà. Il primo cittadino di Santa Domenica Vittoria ha però sottolineato anche come la questione del ponte San Giuliano abbia radici precedenti in termini temporali all’insediamento della sua Amministrazione comunale: “Nel 2021 c’è stato il primo crollo – ha proseguito Spartà -, noi ci siamo insediati nel 2023 e abbiamo avviato i colloqui con l’Anas per capire anche l’avanzamento dei lavori per il ripristino del primo parapetto. L’Anas ha detto che l’opera era stata finanziata e che a breve sarebbero partiti i lavori, ma ancora non sono iniziati”.
Spartà aggiunge anche: “L’Anas ha comunicato che il 21 agosto verranno consegnati i lavori e abbiamo chiesto il tavolo tecnico per capire come verrà gestita la viabilità, perché non possiamo permetterci che il ponte venga chiuso. Abbiamo una strada alternativa che fa il giro della zona, passando da Mojo Alcantara e Roccella Valdemone, ma con la quale si allunga di 40 minuti. Inoltre anche in essa a breve inizieranno i lavori di rifacimento dell’asfalto e che porteranno alla chiusura della strada. Fare il giro dalla parte tirrenica non è plausibile”.
“Serve un tavolo tecnico”
Il dialogo con l’Anas prosegue e fortunatamente le verifiche effettuate sul ponte San Giuliano non danno segnali preoccupanti. La struttura è sicura e stabile, ha assicurato l’Anas dopo le ispezioni successive al danneggiamento del 16 agosto.
“Nel 2021 – ha commentato Spartà – abbiamo inviato le richieste insieme con il Comune di Randazzo, ma la burocrazia è lunga. Nell’ultimo incontro ci avevano detto che a breve avrebbero iniziato i lavori, ma non è stato fatto nulla. Adesso hanno detto che i lavori verranno consegnati giovedì, ma l’inizio avverrebbe a settembre. Noi siamo un paese di passaggio, la SS 116 è importante per collegare la parte tirrenica con quella ionica e la chiusura del ponte rappresenterebbe un problema. La durata dei lavori sarebbe di sei mesi e io ho sentito l’Anas per avere delucidazioni sul progetto e su come verrà gestita la viabilità. Loro hanno fatto le verifiche strutturali del ponte negli ultimi anni ed è risultato sicuro”.
Urge quindi un tavolo tecnico, anche per la messa in sicurezza della struttura. Inoltre, anche il sistema di regimentazione delle acque non fa dormire sonni tranquilli al Comune del Messinese. “Nell’immediato serve un tavolo tecnico – ha concluso Spartà -. Ho sentito la Prefettura per sollecitarne la convocazione e per capire come verrà gestita la viabilità. Mi aspetto da parte dell’Anas un inizio immediato dei lavori, una messa in sicurezza del ponte e quindi un ritorno alla normalità. Noi auspichiamo il senso unico alternato in modo da permettere nelle ore diurne il passaggio continuo dei veicoli. C’è anche un problema di regimentazione delle acque, perché il ponte è tra due valli, motivo per cui è crollato il parapetto per due. Quando ci sono queste bombe d’acqua, l’acqua non defluisce correttamente, c’è una maggiore pressione e avviene il crollo. Andrebbe fatta anche una pulizia delle cunette e abbiamo chiesto alla Protezione Civile, sia regionale che delle due province, di partecipare al tavolo tecnico, così come le prefetture di Catania e Messina e l’Anas”.
Gambadauro: “Ecco cosa è accaduto al ponte e come procederanno i lavori”
Cosimo Gambadauro, uno dei commissari del Comune di Randazzo, ha dato un’idea di come si è affrontato l’evento dello scorso 16 agosto.
“L’ente gestore della strada è l’Anas – ha detto Gambadauro – e ci sono delle ripercussioni sui centri del comprensorio catanese e di quello messinese. Anas ha detto che i lavori verranno consegnati a breve per consentire la circolazione, che avviene con il senso unico alternato. Le immagini hanno fatto capire come sia crollata una parte del parapetto e noi abbiamo allertato gli uffici competenti per intervenire. Poi sono giunti i tecnici dell’Anas e noi abbiamo chiesto di intervenire subito, data l’importanza della strada. Ma non essendoci stata un’ordinanza di chiusura immediata noi abbiamo disposto la chiusura del ponte, salvo per i mezzi di soccorso, e l’Anas ha collocato i new jersey per verificare le conseguenze del maltempo. Nella giornata di lunedì abbiamo revocato l’ordinanza e l’Anas ha detto di aver messo in sicurezza il ponte portando quindi all’apertura con senso unico alternato”.
Le rassicurazioni da parte dell’Anas ci sono, ma servono altri interventi. “Richiediamo che il ponte venga riaperto al transito in condizioni di assoluta sicurezza – conclude Gambadauro -, ma noi confidiamo che ciò avvenga in tempi stretti, in modo tale che vengano ripristinati entrambi i parapetti. Ci siamo adoperati per salvaguardare l’incolumità. L’Anas ha ribadito che la chiusura del ponte non sarà totale, con senso unico alternato con indicazione semaforica, ma anche che l’intervento era già previsto dopo alcune criticità meteo all’inizio di quest’anno, per le quali si era attivato il Centro Operativo Comunale di Protezione Civile”.
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