Arbitro finanziario bancario, antidoto al contenzioso - QdS

Arbitro finanziario bancario, antidoto al contenzioso

redazione

Arbitro finanziario bancario, antidoto al contenzioso

Mariella Palermo  |
sabato 26 Novembre 2022

L’intervista del QdS a Maria Rosaria Maugeri, presidente del coordinamento dei sette Collegi nazionali Abf. "In Sicilia i ricorsi riguardano per lo più la cessione del quinto dello stipendio"

PALERMO – L’Arbitro Bancario e Finanziario è l’organismo imparziale e indipendente, a cui ci si può rivolgere quando si “litiga” con la banca ed è sostenuto, nel suo funzionamento, dalla Banca d’Italia, così come stabilito dell’articolo 128-bis del Testo unico bancario (Tub), introdotto dalla legge sul risparmio (An. 262/2005).
Rispetto a un ricorso in tribunale, i tempi sono più brevi, la prestazione per il ricorrente è pressoché gratuita – 20 euro per aprire la pratica, poi restituiti in caso di decisione favorevole – e si può accedere al servizio con una connessione internet.

Istituito nel 2009, l’Abf, decide controversie in sede extragiudiziale in materia di operazioni e servizi bancari – diversi dai servizi di investimento – quali conto corrente, mutuo, prestito personale, buoni fruttiferi postali e in materia di servizi di pagamento.

Nel 2021 i sette Collegi Abf presenti in Italia hanno assunto oltre 27.400 decisioni, in larga misura favorevoli ai clienti e circa 31 milioni di euro sono stati restituiti alla clientela non tenendo conto dei numerosi casi in cui la restituzione delle somme è avvenuta nell’ambito di un accordo intervenuto tra le parti prima della decisione.

Avv. Maria Rosaria Maugeri

Ne parliamo con la prof.ssa avv. Maria Rosaria Maugeri Presidente del Collegio di Coordinamento dei 7 Collegi nazionali, Presidente inoltre del Collegio di Palermo che decide i ricorsi presentati da cittadini con domicilio in Sicilia e Sardegna e Ordinaria di Diritto Civile all’Università di Catania.

Insomma, l’Arbitro Bancario e Finanziario può alleggerire la giustizia civile in Italia che ne ha un enorme bisogno…

“Assolutamente: nel 2021 il tasso di adesione degli intermediari alle decisioni dei Collegi è stato del 96%. Si può, dunque, senz’altro affermare che l’Abf svolga un ruolo importante nella deflazione del contenzioso anche nel caso di controversie di piccolo importo, che difficilmente andrebbero davanti al giudice”.

L’articolazione territoriale dell’Abf in sette Collegi, può far emergere il rischio di giudizi differenti a fronte di ricorsi con identico contenuto presentati nelle diverse sedi?

“Il rischio è sicuramente presente ma fortemente presidiato. In primo luogo, i Collegi territoriali, in presenza di contrasti interpretativi, possono rimettere le questioni al Collegio di Coordinamento che ha il compito di assicurare un’interpretazione uniforme e di fissare i principi di diritto cui i Collegi territoriali hanno l’obbligo di conformarsi. All’interno dell’ABF esiste anche un organo consultivo, la Conferenza dei Collegi, che periodicamente si confronta sulle tematiche di maggiore interesse, sia di merito sia di procedura, e fornisce ai Collegi territoriali orientamenti condivisi. I Collegi, salvo deroga motivata, sono chiamati a uniformarsi agli orientamenti della Conferenza. Le Segreterie tecniche, in collaborazione con i Presidenti, assicurano poi il monitoraggio costante, contribuendo in all’emersione di eventuali contrasti interpretativi”.

L’unico effetto riconosciuto dalla disciplina del’Abf, in caso di mancata conformazione dell’intermediario alle sue determinazioni, consiste in una cosiddetta “sanzione reputazionale”, nel senso che nel sito istituzionale dell’Abf viene pubblicata l’inottemperanza della banca, ad esempio, al giudizio del Collegio, non è un po’ poco?

“La sanzione reputazionale è in effetti l’unica formalmente prevista in caso di inottemperanza alla decisione. Come ho già detto, però, gli intermediari, nella maggior parte dei casi, si uniformano spontaneamente alle decisioni dell’Arbitro, credo anche dipenda dalla qualità delle decisioni, adottate da Collegi composti da professionisti con comprovata professionalità ed esperienza in ambito bancario e finanziario e frutto di un continuo confronto con la Magistratura, con l’Accademia, con la rete Fin-Net e con tutti gli attori coinvolti. A tal proposito, mi piace ricordare che, proprio nei giorni scorsi la Banca d’Italia e la Scuola Superiore della Magistratura, hanno organizzato un convegno in materia di contratti bancari e finanziari. Nel corso dell’iniziativa, giunta alla settima edizione, sono stati approfonditi numerosi temi di attualità da Magistrati, rappresentanti del mondo Accademico, esponenti della Banca d’Italia e componenti dei Collegi dell’Arbitro Bancario Finanziario”.

Perché, secondo lei, le regioni del Centro e del Sud Italia – leggo nei vostri rapporti – continuano a essere caratterizzate da un numero di controversie in rapporto agli abitanti più elevato rispetto a quelle del Nord?

“Sono molte le determinanti di questo divario. Negli ultimi anni, ad esempio, al Sud si registra una maggiore incidenza del filone di contenzioso legato alla cessione del quinto dello stipendio, contratto di finanziamento particolarmente diffuso nel centro-sud. Dall’indagine sull’Alfabetizzazione e le Competenze Finanziarie degli Italiani (Iacofi) condotta dalla Banca d’Italia, inoltre, emerge che nelle regioni meridionali è necessario sviluppare maggiormente l’educazione finanziaria, presidio fondamentale per migliorare i rapporti tra intermediari e clientela”.

Oltre ad essere Presidente del Collegio di Coordinamento, lei è anche Presidente del Collegio di Palermo che decide sui ricorsi presentati da chi è domiciliato in Sicilia e Sardegna: quali sono i contenziosi più ricorrenti in Sicilia in particolare?

“Anche in Sicilia quelli numericamente più rilevanti sono riferiti alla cessione del quinto dello stipendio anche se in atto si registra una flessione di questo tipo di contenzioso. Altre materie che di frequente sono portate all’attenzione del Collegio di Palermo riguardano i buoni fruttiferi postali (con riferimento ai rendimenti e alla prescrizione dei titoli), le centrali dei rischi pubbliche e private, e gli utilizzi fraudolenti in materia di strumenti di pagamento che sono, purtroppo, significativamente cresciute in tutta Italia durante la pandemia, per il maggior ricorso agli acquisti online e per la accresciuta aggressività dei truffatori, che fanno ricorso a tecniche di persuasione sempre più sofisticate.

In conclusione, quali sono, se ci sono, gli aspetti migliorabili del ruolo dell’Arbitro Bancario e Finanziario?

“Il modello Abf è un modello di successo. Miglioramenti sono comunque, a mio avviso, possibili rafforzando il dialogo e il confronto con la Magistratura e, più in generale, con gli operatori del diritto. Credo che occorra anche far conoscere di più lo strumento, al fine di rendere i cittadini consapevoli di quanto è loro disposizione per la tutela dei diritti.

Tutti i passaggi per presentare il ricorso

Di seguito la procedura per presentare ricorso all’Abf e i passaggi dei ricorsi:

  • la prima cosa da fare è il reclamo alla banca o alla finanziaria che dovrà rispondere entro 30 giorni dalla ricezione;
  • se non si è soddisfatti della risposta ricevuta dall’istituto bancario o se non si riceve risposta al reclamo entro i 30 giorni, è possibile fare ricorso all’Arbitro entro i 12 mesi successivi; procedendo alla registrazione al portale www.arbitrobancariofinanziario.it seguendo le istruzioni presenti nel sito;
  • l’Abf contatterà la banca in questione, che da quel momento avrà 45 giorni per presentare le sue osservazioni;
  • entro 60 giorni dal ricevimento delle risposte della banca coinvolta, l’Arbitro si esprimerà con un giudizio sul ricorso, che verrà comunicato alle parti entro 30 giorni.
  • a questo punto sia il ricorrente che la banca possono accettare l’esito della controversia emesso dall’Abf oppure ricorrere alla magistratura ordinaria.

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