L'archivio segreto di Messina Denaro: trovati pizzini, appunti e lettere a donne

L’archivio segreto di Messina Denaro: trovati centinaia di pizzini e lettere a donne

L’archivio segreto di Messina Denaro: trovati centinaia di pizzini e lettere a donne

Redazione  |
sabato 04 Marzo 2023

Caccia ai complici del boss: per trovarli gli investigatori stanno cercando dna da analizzare nel suo ultimo covo e analizzando tutti i messaggi scovati durante le perquisizioni

Rosalia Messina Denaro era al centro della rete di trasmissione dei pizzini del fratello Matteo. Ma non era l’unica ad avere un ruolo. Oltre a “Fragolone”, come la donna veniva indicata negli appunti, c’erano altri coinvolti a giudicare dai nomi in codice nei messaggi rinvenuti: “Ciliegia”, “Condor”, “Parmigiano”, “Malato”, chi sono le altre pedine che gestivano la comunicazione del boss? Gli investigatori stanno provando a scoprirlo. Così come stanno provando a decriptare tutti quei pizzini, circa un migliaio, trovati nell’ultimo covo di Matteo Messina Denaro e nelle case dove risiedeva la sorella. Gli inquirenti dovranno mettere ordine e trovare nuove piste nell’enorme mole di carte ritrovate, nei tanti nomi in codice, negli appunti sulla contabilità del boss e suoi scritti personali, compresi quelli rivolti a donne con le quali intratteneva relazioni.

Le indagini nel covo di Matteo Messina Denaro

La rete dei fiancheggiatori non si limitava solo ai pizzini. Ecco perché le indagini puntano a trovare altri indizi nel covo di Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara. Chi lo frequentava? La verità potrebbe trovarsi nella ricerca di eventuali dna nell’appartamento in cui il capomafia ha trascorso gli ultimi mesi della sua latitanza. Dall’analisi dei profili genetici diversi da quelli del boss potrebbero trovarsi risposte e nuovi spunti, fino all’identificazione dei suoi più stretti collaboratori.

La sorella Rosalia, 68 anni, era certamente il suo braccio destro, che oltre a gestire la rete dei pizzini e ad essere custode dei segreti del boss, governava anche la cassa, ovvero le entrate e le uscite finanziarie di Matteo Messina Denaro. Ma una volta arrestata lei, i carabinieri del Ros stanno provando a scovare gli altri protettori dell’ex latitante e i suoi finanziatori occulti, tra cui il misterioso imprenditore a cui Rosalia doveva chiedere 40 mila euro.

L’archivio di Matteo Messina Denaro

All’arresto della sorella del boss ha subito fatto seguito una lunga serie di perquisizioni non solo nell’abitazione di famiglia e nelle altre strutture nelle disponibilità della donna, ma anche nelle case di persone legate alle indagini. I recenti controlli hanno permesso di scovare nella casa campagna di Rosalia, in contrada Strasatti a Campobello l’archivio del boss. Era nascosto in una botola nel sottotetto: “Si tratta di pizzini tutti aventi a oggetto persone, somme di denaro, vicende, sulle quali occorrerà svolgere approfonditi accertamenti – hanno scritto i magistrati – ma che da subito permettono di ricondurre il ruolo di Rosalia Messina Denaro a vera e propria centrale di spese decise o direttamente dal latitante o dalla donna in suo nome e per suo conto”.

Complessivamente sono circa un migliaio i pizzini scritti da Messina Denaro o rivolti a lui, scoperti dai carabinieri del Ros durante le perquisizioni nel covo di Campobello di Mazara e nelle due case (quella di campagna di Campobello e quella di Castelvetrano) della sorella Rosalia. Per gli investigatori, coordinati dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Piero Padova e Gianluca de Leo, costituiscono materiale fondamentale per le indagini.

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