Aree ferroviarie dismesse, a Messina si discute l’intesa per la rigenerazione urbana - QdS

Aree ferroviarie dismesse, a Messina si discute l’intesa per la rigenerazione urbana

Lina Bruno

Aree ferroviarie dismesse, a Messina si discute l’intesa per la rigenerazione urbana

sabato 21 Settembre 2024

Il sindaco Basile a Roma con i rappresentanti di Fs e della società Stretto di Messina: si punta a un protocollo per recuperare le aree non più funzionali all’esercizio ferroviario, anche in vista del Ponte

MESSINA – Aree ferroviarie dismesse al centro di un protocollo su cui si sta lavorando per la loro restituzione alla pubblica fruizione. L’incontro a Roma tra il sindaco Federico Basile e i rappresentanti del Gruppo Fs e della società Stretto di Messina è stata occasione per riaprire un tavolo di dibattito per una importante riqualificazione urbana di quelle aree messinesi non più funzionali all’esercizio ferroviario, anche alla luce della realizzazione del ponte sullo Stretto.

“Il mio impegno come Sindaco – ha dichiarato Basile – è focalizzato sulla salvaguardia del territorio e sullo sviluppo sostenibile di tutte le aree che stiamo già riattivando nella nostra splendida città. Abbiamo un patrimonio immenso da rivalutare e rigenerare, le cosiddette ex officine Gazzi di proprietà Rfi costituiscono 51 mila mq di territorio che merita di essere restituito alla pubblica fruizione. Un protocollo di intesa serve a formalizzare l’impegno di tutti per restituire un’area del nostro territorio alla comunità”.

Restituire alla città l’area delle ex officine Gazzi

Il primo intervento da inserire nel protocollo, indicato dal sindaco Basile, riguarda proprio la restituzione alla città delle aree, già disponibili, dell’officina Gazzi. Successivamente potranno essere recuperate ampie aree di pregio del waterfront Sud, tra Gazzi e Zona Falcata, secondo progetti da “definirsi con attenzione alle esigenze della cittadinanza e con il coinvolgimento delle massime professionalità per la piena valorizzazione architettonica dell’area”.

In questa prospettiva, per regolare gli interventi di trasformazione e rigenerazione urbana di aree e assi ferroviari dismessi o di futura dimissione di proprietà del Gruppo Fs in Sicilia, era stato siglato nel novembre 2023 un protocollo d’intesa tra Regione siciliana e Ferrovie dello Stato. A sottoscrivere l’accordo il presidente Renato Schifani e Umberto Lebruto, amministratore delegato di Fs Sistemi urbani, società capogruppo del Polo urbano del Gruppo Fs Italiane. L’accordo, con la Regione cabina di regia, avrebbe permesso di contenere e ottimizzare i tempi per l’attuazione degli interventi con riferimento alle procedure necessarie che richiedevano eventuali iter di variante urbanistica.

Un accordo attorno alle infrastrutture che avrebbe prodotto parchi urbani, piste ciclopedonali e servizi per garantire il benessere dei cittadini. Il protocollo nasceva con l’obiettivo di condividere, insieme ai Comuni interessati, le iniziative strategiche di trasformazione urbanistica grazie all’insediamento di servizi e funzioni pubbliche/private, anche tramite l’implementazione della logistica di primo e ultimo miglio, della mobilità integrata e sostenibile.

In tale ambito, Fs Sistemi Urbani avrebbe svolto il ruolo di presidio unitario per individuare le opportunità di trasformazione degli assi dismessi e di futura dismissione definendo la progettazione e le modalità di attuazione degli interventi. Costituito anche un tavolo tecnico per seguire le fasi di avanzamento delle attività, aperto, oltre che alle società del Gruppo Fs Italiane interessate, anche ai rappresentanti di Istituzioni e Comuni coinvolti nelle iniziative di sviluppo.

Un protocollo che non ha prodotto quanto annunciato. Si spera che abbia più fortuna quello che il sindaco di Messina ha discusso a Roma, perché tante sono le aspettative sul territorio, specialmente nella seconda e terza Municipalità dove tante sono le linee ferrate non più in uso. In particolare nella terza circoscrizione c’è un vecchio tracciato della Messina-Palermo che dalla stazione centrale procedeva fino a Camaro prima di iniziare il percorso verso la costa tirrenica. La linea è stata chiusa nel 2001 per essere progressivamente smantellata.

Da anni il terzo Quartiere chiede l’abbattimento del rilevato ferroviario che separa Provinciale e Gazzi per attrezzare uno spazio per la sosta delle auto. “In diverse occasioni- ha detto Alessandro Cacciotto, presidente della terza Municipalità – è stato fatto presente che l’abbattimento della massicciata, oggi inutile, potrebbe diventare una grande area parcheggio oltre a garantire spazi verdi e arredi urbani. In particolare – ha aggiunto – l’abbattimento sarebbe funzionale al quartiere di Provinciale che soprattutto con l’introduzione del servizio tramviario si trova da anni sacrificato dal punto di vista dei parcheggi sia per i residenti che per i commercianti. Ci auguriamo a questo punto che, con il protocollo d’intesa che il Comune dovrebbe sottoscrivere con Rfi, si possano concretamente iniziare a muovere i primi passi per restituire anche questo importante spazio alla cittadinanza e in particolare al quartiere di Provinciale”.

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