La decisione “la dice lunga sulla recidiva ostilità di Roma nei confronti della agricoltura siciliana”.
Con queste parole Toni Scilla, assessore regionale all’Agricoltura e sviluppo rurale, cerca di ribaltare le polemiche del segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo sull’asserito fallimento della Giunta Musumeci a proposito della clamorosa bocciatura arrivata dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali su metà dei progetti presentati sull’agrosistema irriguo e delle quali abbiamo parlato ieri.
“Apprendiamo dal Ministero – scrive Scilla in una nota – che solo 31 dei 63 progetti presentati dalla Sicilia sull’agrosistema irriguo sono stati presi in considerazione per il finanziamento con fondi del Pnrr”.
E si chiede “con quale criterio e come si è proceduto alla selezione” affermando che “qualcosa non quadra”.
La colpa, secondo Scilla, è insomma del ministro dell’Agricoltura Patuanelli, del M5s, che, a suo dire, “scade in valutazioni sommarie a tutto svantaggio della Sicilia, e non è la prima volta che lo fa” e cita “il tentativo di scippare fondi del Psr”.
“Un atteggiamento ostile – continua la nota – che registriamo per l’ennesima volta e che ci porterà ad effettuare le dovute verifiche e valutazioni”.
E riferendosi alle critiche al Governo Musumeci del M5s, risponde: “Quanti si stanno esibendo, con prontezza sospetta, in note e comunicati che di fatto esultano per l’ennesima ingiustizia romana nei confronti del Sud e della Sicilia, farebbero bene – da compagni di partito dello stesso ministro – a indirizzargli pressanti richieste di spiegazioni. Non meritano risposta perché con incosciente sfrontatezza, remano contro gli interessi dell’Isola e dei siciliani”.
L’assessore Scilla si riferisce ai deputati del M5S all’Ars che, dopo la bocciatura, avevano invitato il presidente della Regione Musumeci “a dimettersi” perché, sostiene il capogruppo Giovanni Di Caro, se i progetti presentati dai consorzi di bonifica siciliani sono stati ritenuti inammissibili, “questo dimostra ancora una volta l’incapacità progettuale degli uffici regionali”.
“È lecito temere, a questo punto – sottolineano i Cinque stelle in una nota – , che quanto avvenuto in materia di agricoltura possa ripetersi anche per altri interventi, che, senza i fondi del Pnrr, non possono essere realizzati”.
“Questa ennesima batosta – rincara la dose Di Caro -, che si va ad aggiungere alle tante leggi impugnate dal Consiglio dei ministri, conferma, ove ce ne fosse ancora bisogno, che questo governo opera poco e niente e quando lo fa, lo fa malissimo”.
“Tutto questo – conclude Di Caro – è inammissibile, la Sicilia, per il bene dei siciliani, andrebbe commissariata, a meno che Musumeci non prenda atto di questo ennesimo disastro e si dimetta. Intanto predisporremo una richiesta di accesso agli atti per capire il perché di questo altro gravissimo schiaffo ai siciliani”.

