Ars, domani giuramento e presidente: ecco quanti voti servono a Galvagno

Ars, oggi giuramento ed elezione del presidente: maggioranza unita su Galvagno, ecco quanti voti gli servono

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Ars, oggi giuramento ed elezione del presidente: maggioranza unita su Galvagno, ecco quanti voti gli servono

giovedì 10 Novembre 2022

Parte la diciottesima legislatura con l'insediamento dei 70 deputati e le prime due votazioni per la scelta del successore di Miccichè. L'elezione potrebbe arrivare già nel pomeriggio

La diciottesima legislatura è pronta a partire. Alle 11 di oggi 10 novembre, si svolgerà la prima seduta dell’Ars, il Parlamento più antico d’Europa. Ai nastri di partenza i settanta deputati eletti alle Regionali del 25 settembre, una composizione che arriva a distanza di un mese e mezzo complici gli intoppi nello scrutinio.

L’insediamento e il giuramento

A regolamentare le procedure è il regolamento interno dell’Assemblea, approvato nelle sedute del 17 marzo e 22 giugno 1949 e che ha subito l’ultima modifica nel 2018. I deputati presteranno giuramento, così come previsto dall’articolo 5 dello Statuto della Regione Siciliana. La prima seduta sarà presieduta dal deputato più anziano, che in questo caso sarà il messinese Pippo Laccoto, mentre i due parlamentari più giovani assumeranno le funzioni di segretari.

L’elezione del presidente dell’Ars

Già domani, con tutta probabilità, sarà eletto il nuovo presidente dell’Ars. Candidato numero 1 è Gaetano Galvagno, di Fratelli d’Italia, catanese di appena 37 anni. Ma sul suo nome si gioca la prima prova per la maggioranza che, se voterà compatta, eleggerà già nel pomeriggio il successore di Gianfranco Miccichè.

Costituito l’Ufficio provvisorio di presidenza dell’Assemblea, e superata la fase del giuramento, si inizierà a fare sul serio con la prima votazione: per essere eletto al primo tentativo il nuovo presidente dell’Ars dovrà catalizzare sul proprio nome i due terzi dei componenti di Sala d’Ercole, ovvero 46 voti. Una missione impossibile visto che la maggioranza gode di 40 voti. Sarebbe perciò necessario che si aggiunga anche il sostegno di parte dell’opposizione. Nel caso in cui non si arrivi all’obiettivo, nella stessa giornata di domani si terrà una seconda votazione nella quale sarà sufficiente raggiungere la maggioranza assoluta dell’Aula: 36 voti. Un risultato probabile, se si considera che il centrodestra ha fatto proclami di unità nei giorni scorsi, dunque non ci si aspetta che vi siano franchi tiratori. Ma il voto segreto è un’insidia per la maggioranza. Se anche la seconda votazione dovesse concludersi con una fumata nera, si andrebbe al giorno successivo, venerdì e a quel punto la maggioranza probabilmente opterebbe per un candidato diverso da Galvagno.

Al terzo round sarà necessario per gli aspiranti presidenti ottenere la maggioranza assoluta dei votanti: in questo caso, quindi, il quorum potrebbe abbassarsi rispetto alla quota di 36. Se lo stallo dovesse protrarsi si andrebbe all’ultima votazione, con il ballottaggio tra i primi due candidati della votazione precedente.

Che succede dopo l’elezione del presidente

Nella seduta successiva a quella nella quale sarà eletto il presidente dell’Assemblea si procederà alla elezione degli altri componenti del Consiglio di presidenza: due vice presidenti, tre questori e cinque segretari. Il Consiglio di presidenza è il più importante organo collegiale dell’Assemblea: tra le sue competenze rientrano le principali decisioni in materia di status dei deputati, il varo del bilancio interno dell’Assemblea e delle spese di maggiore entità, oltre che la nomina del Segretario Generale, l’attribuzione degli incarichi dirigenziali, i provvedimenti riguardanti il personale e l’assetto organizzativo dell’Amministrazione.

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