In una prima fase saranno rivisti alcuni criteri, ma successivamente la misura verrà stravolta. Da gennaio sarà maggiorato in base al reddi
La rivoluzione è servita. Il nuovo governo modifica l’assegno unico rivedendone alcuni criteri nella fase iniziale, ma con l’obiettivo di stravolgerne l’intera struttura in un secondo momento. Ha spiegato quali siano le intenzioni dell’esecutivo il ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella in un’intervista al Messaggero.
Assegno unico 2023, cosa cambia
“In una prima fase transitoria si tratterà di rivedere alcuni criteri, soprattutto in ambito patrimoniale, per renderli più aderenti ai reali fabbisogni delle famiglie”.
Secondo quanto previsto nello schema di legge di bilancio giunto in Parlamento, si prevede che l’assegno unico nel 2023 sarà maggiorato. L’incremento sarà del 50% per il primo anno di vita del bambino, e di un ulteriore 50% per le famiglie composte da 3 o più figli, fino ai tre anni di vita del bambino. Inoltre viene resa stabile la maggiorazione prevista per i figli disabili maggiorenni fino a 21 anni, introdotta recentemente solo per il 2022.
Fino a oggi, per ciascun figlio minorenne o con disabilità è previsto un importo di 175 euro mensili per un Isee fino a 15mila euro. La somma però si riduce quando l’Isee è superiore fino a raggiungere quota 50 euro quando l’Isee è di almeno 40mila euro. La manovra del governo Meloni porterà l’assegno minimo da 50 a 75 euro, mentre la quota massima salirà da 175 a 262,5 euro mensili. Viene inoltre superato il limite temporale dell’assegno per ogni figlio con disabilità.
Assegno unico, tramonterà l’era dell’Isee
“Ma l’obiettivo di più ampia portata è sganciare la determinazione dell’assegno unico dall’Isee, farlo diventare uno strumento davvero universalistico”, afferma Eugenia Roccella. “L’assegno unico – dice Roccella – è stato un’innovazione positiva. Ha però diversi difetti. Per esempio penalizza proprio le famiglie numerose, e non a caso le domande sono state meno del previsto. Nella manovra abbiamo dato un primo segnale. La strada è intrapresa e abbiamo già avviato il lavoro per correggere strutturalmente ciò che non va”.
Il pacchetto famiglia
In ogni caso, aggiunge, “il pacchetto famiglia” nella legge di bilancio “è un inizio significativo. Stiamo attraversando una delle peggiori crisi dal dopoguerra e la prima cosa che abbiamo dovuto fare per le famiglie è stato aiutarle a fronteggiare il caro bollette”. Ma “con tempi e vincoli di spesa strettissimi abbiamo messo in campo una cifra consistente e soprattutto provvedimenti-ponte che superano la logica dei bonus e preludono a riforme strutturali”. Ci sono poi “interventi sull’Iva per i beni della prima infanzia, sulla decontribuzione per giovani e donne, sui mutui agevolati, sull’allungamento dei congedi, sulla carta risparmio. Sull’assegno unico, oltre agli incrementi già previsti, vorremmo dare se possibile fin da subito un ulteriore segnale di attenzione alle famiglie numerose, quelle con quattro figli e più, cosa che ovviamente – conclude la ministra – dipenderà dalle verifiche di bilancio in Parlamento”.