Tutti perdono nelle guerre, perde chi invade e chi viene invaso perché la propria gente muore, soffre, piange. Perde anche chi resta a guardare, perché l’indifferenza uccide.
Il silenzio assordante che circonda la striscia di Gaza mi ricorda tempi tremendi di genocidi e massacri di civili innocenti colpevoli soltanto di vivere in un certo territorio, di appartenere a un certo popolo, di credere in una certa religione e in un determinato Dio, di scegliere un genere piuttosto che un altro, di amare una persona non binaria come se l’amore avesse genere o identificazione di un essere piuttosto che di un altro. Il silenzio dopo 18 mesi di guerra tra Israele e Gaza abitata dai palestinesi, fa una tremenda paura, scuote l’anima, chiude il cuore.
E non solo per gli oltre 50.000 palestinesi uccisi e più di 110.000 feriti tra cui molti bambini, ma soprattutto per l’atroce disumano comportamento del leader israeliano Benjamin Netanyahu che ha bloccato gli aiuti umanitari, fermando quei tir che portano il cibo e le medicine a una popolazione stremata e distrutta dai raid e dai bombardamenti. Come se dovesse annientarli completamente. E ora annuncia il piano di conquista Di Gaza e di spostamento della popolazione sopravvissuta in altro territorio.
Ѐ come se qualcuno invadesse le nostre case e ce le facesse abbandonare per spostarci chissà dove. Vi pare possibile anche solo pensarlo? E attuarlo nell’indifferenza assoluta del mondo? Perché non bastano le dichiarazioni di protesta dell’Ue, della Francia, della Nato e, incredibile ma vero, della Cina. Occorre agire e intervenire con Israele, perché quello che sta accadendo mentre lavoriamo, mangiamo, dormiamo, stiamo con le persone che amiamo, è un massacro vero e proprio. Come se non ci fosse abbastanza spazio per tutti i popoli in questo nostro magnifico e tormentato mondo. E se ci fosse la reale volontà di trovare un accordo di pace l’accordo si troverebbe. Ma Trump sta lasciando fare il lavoro sporco a Netanyahu, pensando ai grandi affari miliardari in Medio Oriente, mandando il figlio Eric a trattare. Così anche l’Italia e l’Europa restano a guardare. Nel frattempo, Donald dal grande ciuffo scopre che non era così facile far cessare l’altra tremenda guerra, “vicino casa”, tra Ucraina e Russia su cui si era impegnato in campagna elettorale, dichiarandolo con un’aria di assoluta certezza e arroganza ridicola. Il presidente Usa scopre improvvisamente che troppo odio corre tra Zelensky e Putin, come se non ce ne fossimo accorti.
Se non fosse agghiacciante e surreale mi verrebbe da sorridere. Tutti perdono nelle guerre, perde chi invade e chi viene invaso perché la propria gente muore, soffre, piange. Perde anche chi resta a guardare, perché l’indifferenza uccide dentro anche se apparentemente tutto sembra scorrere nella normalità; ciò che sta accadendo ad altri popoli potrebbe accadere a quelli che oggi stanno a guardare. I valori e la libertà vanno difesi da parte di ogni democrazia esistente, non appartengono a nessuno, sono necessari alla sopravvivenza dell’umanità. Voltarsi di lato, far finta di niente non è nemmeno utile oltre che lesivo della dignità umana. L’unica a guadagnarci è l’industria delle armi, che è cresciuta del 60%, e continua a produrre e ancora a produrre nell’ottica del riarmo generale. Dove stiamo andando, mi chiedo, e che mondo stiamo lasciando ai giovani. Ero convinta che la Seconda guerra mondiale avesse insegnato tutto, molto alla generazione degli anni Quaranta e Cinquanta, agli attuali ottantenni e settantenni che dovrebbero avere in sé la saggezza dell’età e dell’esperienza. Non ricordando di essere figli della Grande Guerra, credono invece di essere figli di Marte, Dio della guerra.