AstraZeneca e rischio trombosi, Ema non cambia posizione su validità del vaccino - QdS

AstraZeneca e rischio trombosi, Ema non cambia posizione su validità del vaccino

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AstraZeneca e rischio trombosi, Ema non cambia posizione su validità del vaccino

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domenica 13 Giugno 2021

Sono attesi per il prossimo mese di luglio i nuovi dati relativi alla definizione del rischio di trombosi in diversi gruppi di età e per sesso derivanti dall'assunzione del vaccino Astrazeneca

La posizione dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema) sul vaccino anti Covid-19 di AstraZeneca “non è cambiata” e sono attesi in luglio nuovi dati relativi alla definizione del rischio di trombosi in diversi gruppi di età e per sesso. Lo ha detto all’ANSA il coordinatore della task force vaccini dell’Ema, Marco Cavaleri, alla luce delle notizie recenti relative agli effetti legati al vaccino di AstraZeneca.

Il vaccino di AstraZeneca “è stato approvato all’inizio dell’anno nella popolazione dai 18 anni in su alla luce di un rapporto e rischi-benefici positivo, soprattutto per gli anziani.

Da allora la posizione dell’Ema non è cambiata e il vaccino è valido”.

Durante la raccolta dei dati, ha detto ancora, “sono emersi casi di trombosi con piastrinopenia, che sono stati esaminati dal nostro comitato di farmacovigilanza” e “in aggiunta l’Ema ha condotto nuove analisi per contestualizzare il rischio di trombosi in diversi gruppi di età, per sesso e in diversi contesti epidemiologici”, che hanno permesso di definire come utilizzare il vaccino nel contesto delle campagne vaccinali”. Questi dati permetteranno di definire ulteriormente il rischio di trombosi.

“Ci aspettiamo i risultati degli studi per luglio e già allora potremo essere in grado di determinare se i dati dicono qualcosa di nuovo”, ha rilevato Cavaleri.

“Al momento l’Ema può dire che AstraZeneca è un vaccino estremamente valido e che è degli Stati membri – ha concluso – la scelta su come utilizzarlo alla luce del rapporto rischi-benefici”.

Sono attesi “entro l’estate” da parte dell’Ema, invece, i primi dati su alcuni dei vaccini finora approvati in Europa nel contrastare le varianti del virus SarsCoV2 e sulla necessità di somministrare una terza dose di vaccino.

Cavaleri ha osservato inoltre che “la durata della protezione dei vaccini anti Covid-19 ad oggi non è conosciuta, ma dati preliminari fanno pensare che possa protrarsi nel tempo, ad esempio per un anno o più. Tuttavia questa durata – ha osservato – potrebbe cambiare a fronte della circolazione di varianti”. Per questo motivo “è importante continuare a monitorare intanto che proseguiamo con le campagne vaccinali”.

Ogni decisione relativa al quando e come dare una terza dose del vaccino, ha rilevato, “dovrà essere presa in funzione dei dati: dovremo basarci sulle evidenze scientifiche”.  Per alcuni vaccini i dati preliminari relativi alla terza dose, ha aggiunto, “sono attesi entro l’estate e le “sperimentazioni sono in corso principalmente nei Paesi nei quali è stata inizialmente condotta la prima sperimentazione”. Se la circolazione delle varianti del virus dovesse rendere necessario modificare il vaccino, si prevede sia possibile “ottenere l’autorizzazione da parte dell’Ema in tempi brevi”

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