L’Ati Messina è a un punto di svolta, ora bisogna cambiare passo - QdS

L’Ati Messina è a un punto di svolta, ora bisogna cambiare passo

Lina Bruno

L’Ati Messina è a un punto di svolta, ora bisogna cambiare passo

giovedì 17 Marzo 2022

All’Assemblea territoriale idrica spetta il compito di provvedere a tutti gli adempimenti necessari per la gestione del servizio nei 108 comuni messinesi. Il Piano d’ambito un punto di partenza

MESSINA – Dopo ritardi, inadempienze e un intervento commissariale, l’Ati (Assemblea territoriale idrica), sembra si avvii verso il completamento degli adempimenti per la gestione del servizio nei 108 comuni messinesi.

Manca ancora il Piano d’ambito

Ma nonostante le rassicurazioni, continuano a mancare alcuni atti propedeutici importanti, che dovevano essere completati oltre un anno fa, come la predisposizione del Piano d’ambito che regola l’assetto della distribuzione delle reti idriche e fognarie, dalla pianificazione agli investimenti. “Il documento – assicura Antonino Orlando Russo, presidente dell’Ente e sindaco di Castelmola – sarà consegnato a breve dai tecnici che lo hanno redatto per conto della società che ha vinto la gara, un Raggruppamento temporaneo di professionisti con l’Akwa Engineering Srl capofila. Dentro sono inserite tutte le esigenze dei territori: come programmare, quali condotte, come impostarle, dove collocarle. Si era tentato di predisporlo già una quindicina di anni fa, ma poi non se n’è fatto nulla”.

Dopo la consegna all’Ati il Piano d’ambito, come spiega Attilio Vallone, direttore generale dell’Ente, dovrà essere approvato con maggioranza qualificata dall’Assemblea dei sindaci quindi superare la procedura per la Valutazione ambientale strategica.

Le informazioni inserite nel documento saranno essenziali per la società che dovrà gestire il servizio integrato secondo le deliberazioni dell’Arera e servono anche alla pianificazione regionale e quindi al segretario generale dell’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia, ruolo che da alcuni mesi è ricoperto da Leonardo Santoro (nominato di recente anche commissario straordinario di Messina, ndr), per completare il Piano regolatore degli acquedotti.

Per raccordarsi con le Ati serve un gestore unico che faccia da interlocutore

Quello vigente è in fase di aggiornamento e le integrazioni andranno fatte in relazione alla reale necessità di dotazione idrica di ogni città, con eventuali modifiche alla rete degli acquedotti esistenti. Per raccordarsi con le Ati serve un gestore unico che faccia da interlocutore, ma l’Ente messinese per questo obiettivo sta ancora lavorando.

Una scelta, però, sembra che l’abbia fatta ed è quella di avere un soggetto pubblico diverso da Amam. Alcune settimane fa infatti, l’Assemblea dei sindaci ha approvato una delibera con cui si da il via alla costituzione di una società tra tutti i Comuni che avrà il compito di gestire il servizio idrico integrato sul territorio. La decisione, presa all’unanimità, fa tramontare le aspettative di Amam, la partecipata del Comune di Messina che per qualche tempo aveva ritenuto scontato l’affidamento del servizio per l’intera Area metropolitana avendo un suo know-how da trasferire. Un’opzione questa a cui si erano opposti da subito la maggioranza dei sindaci della provincia, che in realtà avevano messo in discussione la stessa gestione unica del servizio idrico, principio fondante dell’Ati, guardando a soluzioni che garantissero gli interessi dei cittadini dei loro territori.

Anche la ex vice sindaco di Messina, Carlotta Previti, presente in rappresentanza del Comune peloritano, alla fine si è allineata alla decisione della maggioranza. Si dovranno attendere i tempi tecnici della costituzione della nuova società e un notaio sta lavorando allo statuto. Ogni Comune parteciperà mettendo una quota che dovrebbe essere pari a circa sei euro per ogni abitante, ma la strada verso la nascita di questo nuovo soggetto potrebbe non essere breve, considerato che incombono le amministrative di maggio e dalla metà di aprile nei Comuni dove si vota, 38 in provincia di Messina, ci dovrebbe essere lo stop alle deliberazioni.

Ci sono alcune procedure che non possono essere bloccate

Intanto però ci sono alcune procedure che non possono essere bloccate, come quelle per esempio che consentono l’accesso ai fondi extrabilancio per la realizzazione di infrastrutture già programmate e progettate. Finanziamenti che rischiano di essere persi senza un soggetto gestore cui sia stata affidata l’attuazione delle attività di servizio previste dalla normativa. Amam ha la necessità di accedere ai fondi del Pnrr, così ha chiesto all’Ati di stipulare una convenzione per la regolazione dei servizi idrici nel periodo transitorio, finalizzato proprio a non bloccare gli investimenti nel comune di Messina. L’accordo è stato firmato lo scorso 20 dicembre.

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