Attenzione, leggere crea indipendenza - QdS

Attenzione, leggere crea indipendenza

Carlo Alberto Tregua

Attenzione, leggere crea indipendenza

giovedì 17 Settembre 2020

I cosiddetti responsabili delle Istituzioni vorrebbero che tutti i cittadini che formano il Popolo e quindi agiscono in nome della Democrazia, fossero ignoranti e bisognosi perché questi due elementi creano una sorta di dipendenza che il Potere soddisfa nella misura in cui ne ha un tornaconto.
Ecco in parte spiegata la ragione secondo la quale i governi che si sono succeduti in questi ultimi decenni hanno sempre di più depotenziato scuola ed università. Meno cervelli funzionanti ci sono in giro e più chi gestisce la Cosa pubblica ha gioco facile per ottenere consensi, basati sui bisogni.
Non solo bisogni materiali, ma anche immateriali e soprattutto basati sull’incapacità da parte di ogni cittadino di valutare fatti e circostanze in base ai quali farsi un’idea autonoma.
Il guaio peggiore per chi governa un Paese è avere a che fare con cittadini che pensano con la loro testa e non con quella degli altri. Proprio per questo hanno bisogno di scuola ed università al più basso livello possibile.


In quest’ultimo periodo si è manifestata ancor di più questa forma di gestione della Cosa pubblica perché, sull’obiettiva esigenza di aiutare tante persone colpite dall’epidemia e dalla chiusura di tutte (o quasi) le attività, il Governo ha fatto la cosa che piace di più: distribuire sussidi a destra e a manca, soldi a cascata, denaro a pioggia sia a chi ne ha avuto bisogno, sia a chi non ne ha avuto.
Se Atene piange, Sparta non ride. Significa che da parte loro i cittadini non si rendono conto di questo stato di cose, che impedisce loro una visione autonoma della situazione del Paese e di quella propria.
Cosicché, anziché cercare di crescere, di sviluppare il proprio intelletto, di assumere conoscenze, i cittadini si rattrappiscono su se stessi, si concentrano su cose materiali e trascurano quel cibo della mente tanto necessario a svilupparla e che permette di raggiungere un certo livello di indipendenza. Questo cibo è costituito dai Saperi, dalle Conoscenze e dalle Competenze.
Concetti semplici che abbiamo scritto più volte e che dobbiamo ribadire perché la situazione culturale del nostro Paese è in continua discesa.

Per i responsabili delle Istituzioni dovrebbe essere un principio quello di indurre i cittadini a leggere, ad ascoltare i veri maestri di vita, coloro che spiegano i meccanismi in base ai quali la civiltà potrebbe crescere.
Ed invece le Istituzioni sembra che espongano un cartello: “Attenzione, leggere crea indipendenza”. Ergo, non bisogna leggere perché chi è indipendente inevitabilmente disturba il manovratore, il quale in tal modo non potrebbe fare i propri comodi.
Invece quel cartello dovrebbe essere preso alla lettera, anzi dovrebbe essere reclamizzato, portato in tutte le case attraverso i media sociali, televisivi e cartacei. Indurre i cittadini a leggere dovrebbe essere una sorta di attività costruttiva perché una Nazione non progredisce se i propri componenti a loro volta non progrediscono.
Finché vi è una cricca o una casta, cioé un ristretto numero di persone che decide in base ai propri interessi e non all’interesse generale, la Nazione resta soffocata e in una condizione quasi nulla di progresso.


Leggere, che cosa? Di tutto, ma certamente con una prevalenza dei testi dei Saperi, a cominciare da quelli sacri del cristianesimo e delle altre religioni, musulmane, induiste e via enumerando. Ma poi la lettura dovrebbe essere estesa alla letteratura, alla filosofia, alla storia, alla geografia. Perché no? Conoscere nozioni di psicologia, di matematica (l’unica scienza esatta con quelle affini di aritmetica e geometria).
Poi leggere anche libri di divertimento e di svago, in modo da nutrire il proprio ozio, nel quale la mente non dev’essere messa in naftalina. Ci si può riposare con il cervello in funzione che fotografa momenti, fatti, circostanze, li elabora in modo da capirne di più.
Il dilemma è dunque per ogni cittadino: voler diventare indipendente o restare succube dei diversi potentati, di quelli che in nome di qualcuno pretendono che si faccia questo o quello?
La questione è di fondo. Vale la pena qualche riflessione in proposito, cosa che noi vi sottoponiamo, ferma restando ogni valutazione personale.

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