Augusta, ambientalisti contro la recinzione del Parco Hangar - QdS

Augusta, ambientalisti contro la recinzione del Parco Hangar

Luigi Solarino

Augusta, ambientalisti contro la recinzione del Parco Hangar

giovedì 14 Gennaio 2021

L’allarme lanciato dal Coordinamento Punta Izzo Possibile e Natura Sicula: “Il Parco è stato completamente fagocitato dalle recinzioni, così si perde uno degli ultimi polmoni eco-culturali del territorio”

AUGUSTA (SR) – “Recintato da parte della Marina Militare il Parco dell’Hangar di Augusta. Per la cittadinanza di Augusta si concretizza la perdita di uno degli ultimi polmoni eco-culturali del territorio megarese”. La segnalazione proviene dal Coordinamento Punta Izzo Possibile e da Natura Sicula.

La Marina militare ha fagocitato e chiuso il Parco dell’Hangar. Una lunga e vistosa recinzione perimetrale, apposta dai militari solo poche settimane fa, divide ora lo storico Parco dal restante complesso monumentale – scrivono in una nota le due Associazioni -. L’area dove andava in scena la Festa dell’Aria, in possesso del Comune di Augusta fino al settembre 2016, è oramai una zona militare inaccessibile che ha inglobato in sé persino il campo di calcio e il parco giochi per bambini”.

Le due associazioni rammentano anche che “Nel marzo del 2017, all’interno del Parco furono tagliati a raso oltre un centinaio di eucalipti monumentali su commissione della Marina militare. Un intervento che era stato eseguito in assenza della preventiva autorizzazione della Soprintendenza di Siracusa e in aperta violazione dei vincoli paesaggistici e culturali insistenti sul bene. A distanza di nove mesi da quell’opera di disboscamento, ossia nel dicembre del 2017, la Marina militare acquisì dal Demanio l’intera area, convertita così in zona d’interesse militare e per questo esclusa dalle particelle catastali oggetto di sdemanializzazione tra il 2018 e il 2020”.

“Adesso, con la realizzazione della recinzione e l’apposizione dei cartelli di divieto d’ingresso, la Marina militare fagocita l’ennesima porzione di territorio immolata a non meglio dichiarate ‘esigenze di difesa nazionale’ – aggiungono – . Un intervento che ha prodotto un evidente impatto fisico e visivo sul paesaggio, spezzando la continuità territoriale di un bene storico-culturale che la Regione ha inteso tutelare come ‘unicum’ indivisibile”.

Per allontanare ogni dubbio circa la legittimità dell’opera eseguita, il Coordinamento Punta Izzo Possibile e Natura Sicula hanno indirizzato alla Soprintendenza di Siracusa una specifica istanza di accesso civico, “Al fine di verificare se per l’intervento era stata ottenuta da Marisicilia la preventiva autorizzazione paesaggistica. Un’autorizzazione che è obbligatoria ai sensi del Codice dei beni culturali, benché interessi una zona militare, trattandosi di un’opera realizzata all’interno di un bene soggetto a vincolo paesaggistico, archeologico e storico-culturale”.

Le due Associazioni hanno chiesto alla Marina militare di “Chiarire le finalità dei lavori realizzati, rinnovando l’invito a far conoscere pubblicamente i progetti in programma per lo storico Parco di cui cittadini e associazioni chiedono da anni la riapertura al pubblico per fini sociali”.

“Nell’attesa – concludono – è bene ricordare che grava ancora su Marisicilia l’onere di ripristinare il complesso arboreo distrutto nel 2017. Un ripristino obbligatorio che, per precisa condizione imposta dalla Soprintendenza, deve consistere nella piantumazione di essenze arboree e arbustive autoctone. Spiace constatare che di tale intervento riparatorio, ad oggi, non vi è traccia alcuna”.

Alla richiesta del QdS non ha fatto seguito alcuna replica da parte di MariSicilia.

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