I dipendenti pubblici non sono tenuti a presentare alcun documento per poter ricevere l'indennità una tantum. Lo stesso vale per i pensionati
Il bonus 200 euro pensato dal governo per far fronte al caro prezzi sta per arrivare: le prime erogazioni partiranno nel mese di luglio.
Non è automatico per tutti
Alcune categorie di lavoratori dovranno prima presentare un’autodichiarazione in cui affermano di non essere titolari né di reddito di cittadinanza né di altri trattamenti pensionistici, per altri la ricezione dell’indennità sarà automatica.
Chi non deve presentare l’autocertificazione
Non dovranno presentare alcun documento i dipendenti pubblici, che riceveranno quindi i 200 euro in automatico insieme allo stipendio. Questo perché chi ha diritto al bonus 200 euro verrà individuato direttamente dagli uffici del Ministero dell’Economia e delle Finanze e dell’Inps, tramite i sistemi informatici attivi. È stato in occasione del Decreto Semplificazioni, approvato in Consiglio dei ministri lo scorso 15 giugno, che si è specificato che i dipendenti pubblici non avranno bisogno di presentare alcuna documentazione.
Lo stesso vale anche per i pensionati.
L’autodichiarazione, a cosa serve e chi deve farla
Anche questa categoria di beneficiari non è tenuta a presentare alcuna autodichiarazione: l’indennità sarà erogato “d’ufficio” dall’Inps, sulla base dei requisiti previsti dalla normativa Per poter beneficiare del bonus, i pensionati nel 2021 non devono aver superato il limite di Isee di 35mila euro.
L’art 31 del Dl Aiuti stabilisce per i lavoratori dipendenti che il bonus sarà ricevuto “in via automatica”
Viene però precisato che prima di tutto andrà presentata una dichiarazione in cui affermano di non essere titolari “delle prestazioni di cui all’articolo 32, commi 1 e 18”: trattamenti pensionistici e reddito di cittadinanza. Per poter ottenere il bonus, oltre all’autodichiarazione, ai dipendenti è richiesto di aver beneficiato dell’esonero contributivo dello 0,8% tra gennaio e aprile, almeno per una mensilità. L’indennità spetta dunque a chi ha una retribuzione mensile, imponibile ai fini previdenziali, pari a massimo 2.692 euro