Aviaria, un caso umano in Cina: ecco di cosa si tratta - QdS

Caso umano di aviaria in Cina, rischio pandemia? La risposta dell’Oms

Caso umano di aviaria in Cina, rischio pandemia? La risposta dell’Oms

Redazione  |
giovedì 02 Marzo 2023

Un virus di certo non nuovo (neanche per gli esseri umani) ma che, dopo la recente morte di una ragazzina di 11 anni, mette in allerta le autorità internazionali.

C’è un caso umano di aviaria in Cina: è risultata positiva, infatti, una donna di 53 anni nella provincia orientale Jiangsu.

A confermare la notizia sarebbero fonti dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità). Nel frattempo, l’agenzia cinese Xinhua riferisce anche della negativizzazione e delle dimissioni dall’ospedale del padre dell’11 morta negli scorsi giorni in Cambogia dopo aver contratto il virus. La 53enne cinese avrebbe sviluppato i sintomi della malattia dopo lo scorso 31 gennaio dopo dei contatti con pollame infetto. Non si hanno al momento notizie sul suo stato di salute.

Aviaria, caso umano in Cina: contagio e sintomi

L’influenza aviaria è una malattia tipica degli uccelli causata “da un virus dell’influenza di tipo A, che può essere a bassa o ad alta patogenicità”, spiega l’Istituto Superiore di Sanità. Normalmente può contagiare quasi tutte le specie di uccelli, ma recentemente si sono notati casi di passaggio del virus all’uomo (prima in Cambogia, dove è morta una ragazzina di 11 anni, e ora in Cina).

Tra le fonti principali di contagio c’è il pollame da allevamento, purtroppo suscettibile a questo tipo di virus e spesso venduto vivo nei mercati dei Paesi asiatici. Ovviamente esistono anche fonti “umane” di contagio, come eventuali mezzi e attrezzi contaminati, la manipolazione di carne cruda infetta, i mangimi e le gabbie utilizzate per tenere il pollame infetto o gli indumenti degli operatori che lavorano a stretto contatto con gli animali con aviaria. Secondo gli esperti sanitari, l’influenza aviaria è un virus molto instabile (come generalmente tutti quelli di tipo A). Negli anni Ottanta, una violenta epidemia colpì il bestiame degli Stati Uniti, costringendo le autorità a far abbattere più di 17 milioni di esemplari.

I primi casi di influenza aviaria trasmessa all’essere umano si sono registrati nel 2003 e nel 2004, quando la variante H5N1 ha effettuato una serie di salti di specie. Tra i sintomi della malattia ci sono febbre alta, tosse, dispnea o difficoltà respiratoria: insomma, sintomi tipici dell’influenza. A volte possono aggiungersi nausea, vomito e dolori muscolari. Tuttavia, la possibile compresenza di influenza umana e aviaria possono portare allo sviluppo di forme molto gravi di influenza e polmoniti.

Rischio pandemia? La risposta dell’Oms

Dopo il dramma dell’emergenza Covid, la paura di potenziali nuove pandemie è sempre presente. Al momento, però, il rischio per l’Oms sarebbe basso per quanto riguarda l’influenza aviaria, ma non si esclude che ci siano nuovi casi di sviluppo del virus negli esseri umani.

Niente allarme, per fortuna. In qualunque caso, le autorità sanitarie invitano a una maggiore vigilanza in tutti i Paesi (specialmente quelli in cui si sono evidenziati casi). Attraverso il Sistema globale di sorveglianza e risposta all’influenza, anche l’Agenzia Sanitaria delle Nazioni Unite monitora lo sviluppo e i livelli di rischio del virus.

Immagine di repertorio. Foto di Ralph da Pixabay

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