Bancarotta fraudolenta a Ragusa, scatta sequestro da 70mila euro

Bancarotta fraudolenta, l’esposto degli ex dipendenti e il maxi-sequestro

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Bancarotta fraudolenta, l’esposto degli ex dipendenti e il maxi-sequestro

Redazione  |
venerdì 12 Maggio 2023

Sequestro da oltre 70mila euro per i due amministratori di una società ragusana: le indagini della Guardia di Finanza.

I finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Ragusa hanno eseguito un provvedimento emesso dal gip del Tribunale ibleo, con cui è stato disposto il sequestro preventivo del complesso aziendale e delle quote societarie di un’impresa modicana operante nel settore della vigilanza privata, nonché di oltre 70mila euro quale profitto illecito conseguito dai due amministratori, per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, di emissione di fatture per operazioni inesistenti e di autoriciclaggio.

L’attività, condotta dai militari della Compagnia di Modica, trae origine da un esposto presentato alla Procura della Repubblica da due ex dipendenti, per il mancato pagamento da parte dell’azienda delle prestazioni rese.

Bancarotta fraudolenta a Ragusa, scatta il sequestro

I meticolosi accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle hanno consentito di appurare che gli amministratori avevano costituito una nuova società, nella quale avevano fatto transitare, mediante una cessione del ramo d’azienda, tutti gli elementi attivi, ossia il denaro, i beni e il pacchetto clienti, lasciando alla prima esclusivamente i debiti, destinandola così al fallimento.

In tale contesto, sono state ricostruite, anche grazie allo sviluppo di diverse segnalazioni di operazioni sospette antiriciclaggio, le condotte degli indagati, ritenute idonee a integrare le fattispecie delittuose di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale prefallimentare, di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e di autoriciclaggio. Inoltre, gli inquirenti hanno ipotizzato la responsabilità della società per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato, prevista dal d.lgs. 231 del 2001.

Rilevata la posizione debitoria dell’impresa nei confronti dell’Erario, pari ad oltre un milione di euro, e l’evidente stato d’insolvenza emerso nel corso dell’attività di indagine, è stato proposto al Pubblico Ministero di procedere alla richiesta di fallimento, successivamente accolta dalla Sezione fallimentare del Tribunale di Ragusa.

I provvedimenti

In seguito alla dichiarazione di fallimento, il giudice per le indagini preliminari, valutati i presupposti di
applicabilità delle misure cautelari reali avanzate dalla Procura, ha emesso un decreto con cui ha disposto il sequestro preventivo del complesso aziendale della società neo costituita con la nomina di un amministratore giudiziario e il sequestro preventivo per equivalente della somma di 70.720 euro, di due immobili e un’auto, quale profitto dei reati commessi.

Alla luce del complessivo quadro probatorio ricostruito, il pubblico ministero ha emesso gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari e avanzato richiesta di rinvio a giudizio.

Le ipotesi investigative delineate in precedenza sono state formulate nel rispetto del principio della presunzione d’innocenza delle persone sottoposte ad indagini e la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo in caso di sentenza irrevocabile di condanna.

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