Online banking, la guida di Fabi sui rischi e i (pochi) benefici - QdS

Online banking, la guida di Fabi sui rischi e i (pochi) benefici

redazione

Online banking, la guida di Fabi sui rischi e i (pochi) benefici

martedì 03 Settembre 2019

Molte le criticità: risparmi di costo non concreti, offerte civetta, praticità solo apparente. Il sindacato: “La banca tradizionale viene ancora percepita come più sicura e affidabile”

ROMA – “Il mondo dell’online banking ha rivoluzionato, in apparenza, l’offerta dei servizi bancari a volte con soluzioni innovative, ampi servizi e condizioni economiche appetibili. Peccato che i benefici ed i rischi per i clienti non siano sempre chiari, sia in termini di sicurezza per le transazioni che di costi nascosti e che spesso la risoluzione delle possibili problematiche sia demandata a personale non strettamente bancario”. È quanto sostiene la Fabi in una guida dedicata ai rischi delle banche online e delle piattaforme internet che consentono di comparare sul web prezzi e tariffe dei prodotti finanziari.

Molte, secondo il sindacato, le criticità: risparmi di costo non concreti, offerte civetta, praticità solo apparente. Benefici e rischi per i clienti non sempre chiari sia per la sicurezza delle transazioni sia per le trappole nelle tariffe su specifiche operazioni, talora offerte con limitazioni significative (come i prelievi e i bonifici). Assistenza affidata a personale non strettamente bancario. E ancora: campagne promozionali aggressive per i prestiti – concessi senza adeguati screening – che spesso mascherano la vendita di prodotti assicurativi.

“L’uso dell’online spinto all’eccesso corre il rischio di trasformare il settore in un discount del credito, mentre, secondo noi, la banca tradizionale viene ancora percepita dalla clientela come più sicura e affidabile, perché la consulenza offerta allo sportello resta un punto di riferimento per gli utenti. Anche per questo motivo il prossimo contratto nazionale di lavoro, che stiamo negoziando con l’Abi, dovrà tutelare sia i clienti sia le lavoratrici e i lavoratori bancari”, afferma il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.

Fonti ufficiali europee, riporta la Fabi nella guida, dimostrano che il 51% della popolazione adulta che vive in Europa utilizza l’internet banking per i servizi bancari con paesi come la Danimarca e l’Olanda che sforano l’85% degli abitanti come utenti della banca online, seguiti dagli altri paesi nordici come la Finlandia e la Svezia. L’Italia resta fanalino di coda nel mondo digitale europeo perché l’utilizzo della rete per fruire dei servizi bancari online è ancora abbastanza limitato. Rispetto a una media registrata nell’Unione europea del 55%, la popolazione italiana che utilizza l’internet banking non supera il 30% (16% nel 2009), dimostrando che le nuove tecnologie offrono più rischi che opportunità, cosi come in Portogallo, Grecia, Romania e Bulgaria.

La percezione di maggiore sicurezza e attenzione, l’affidabilità e la fiducia nella consulenza offerta agli sportelli – si legge ancora nella guida – fanno sì che la banca tradizionale resti un punto di riferimento per gli utenti di servizi bancari. Infatti, se da un lato l’apparente la convenienza e la praticità sono i primi driver per la scelta di una banca online, tassi di interessi più o meno bassi per i mutui e altrettanto appetibili per i depositi a termine, nascondono spesso insidie ‘velate’ da vere e proprie campagne promozionali”.

“Non si tratta di costi aggiuntivi, per i beneficiari dei servizi banking offerti online, ma di condizioni economiche che inizialmente sono meritevoli di interesse e attrattive per la clientela e che, nel medio lungo termine, non presentano più quegli elementi di convenienza e risparmio sufficienti per giustificare la scelta di un operatore finanziario on line. Se l’interesse del cliente è rivolto al risparmio con un tasso diverso da quello di mercato, spesso il ‘costo’ di apertura è un deposito e/o un saldo minimo, senza possibilità di prelievo delle somme entro un termine prefissato”.

Altro caso, spiega ancora il sindacato, “è quello del conto corrente online che limita il numero delle transazioni in un periodo definito, con penali esose in caso di superamento del limite. Il servizio online corre il rischio di far diventare la banca un vero e proprio ‘discount del credito’ con campagne promozionali commerciali aggressive che spingono anche il cliente non digitale a provare a chiedere prestiti personali e non oppure prodotti assicurativi personalizzati. Ma tutto è proposto e concesso senza un vero e proprio screening oggettivo della capacità di rimborso del potenziale cliente, solo in cambio di operazioni veloci e che non assicurano neanche la necessaria assistenza”, conclude la guida.

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