Fi "scopre" le baraccopoli di Messina, “Vergogna nazionale” - QdS

Fi “scopre” le baraccopoli di Messina, “Vergogna nazionale”

Fi “scopre” le baraccopoli di Messina, “Vergogna nazionale”

venerdì 14 Febbraio 2020

L’appello dei deputati azzurri al governo di Roma: “Risolva l’emergenza”
Visita al villaggio di Fondo fucile per la capogruppo alla Camera, Gelmini. Qui si trovano delle vere e proprie “favelas” dove vivono oltre settemila persone

PALERMO – Spesso si sente parlare di baraccopoli in paesi lontani da noi come ad esempio in Sud America, dimenticando che questi fenomeni continuano ad esistere anche in Italia, in particolare al Sud, dove vi è una delle più grandi baraccopoli d’Italia: stiamo parlando del villaggio di Fondo Fucile a Messina.

Sorgono nello stesso luogo in cui vennero realizzate le baracche provvisorie dopo il terremoto di Messina del 1908. Si tratta di 2.400 strutture tra abitazioni, garages, stalle e negozi, edificati con materiali di scarto, senza rispettare alcuna norma e con tetti di eternit. Qui vivono oltre duemila e duecento famiglie, più di settemila persone. E le condizioni sono talmente malsane che in quest’area la vita media è di cinque anni più breve che nel resto della città.

Ieri mattina la capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati Mariastella Gelmini ha visitato la zona, per rendersi personalmente conto delle condizioni in cui vivono gli abitanti di Fondo Fucile. Ad accompagnarla c’era Francesco Scoma, membro dell’ufficio di presidenza della Camera dei deputati e vice coordinatore di Forza Italia in Sicilia. “Il Governo dichiari al più presto lo stato di emergenza nazionale per le baraccopoli di Messina – ha detto Scoma -. Non può voltare le spalle alle settemila persone che vivono in vere e proprie favelas, costruite con materiali di fortuna, dove più di due mila famiglie vivono in condizioni disumane. Con quale fiducia e soprattutto con quali speranze possono andare avanti le persone costrette a vivere in queste condizioni se lo Stato non interviene con forza per risolvere questa vergogna nazionale? Questa baraccopoli va demolita immediatamente – ha concluso Scoma – e le famiglie devono essere contestualmente trasferite in degne sistemazioni alloggiative”.

Favorevole a chiedere al governo nazionale lo stato di emergenza per questa situazione Mariastella Gelmini: “Il Parlamento sta preparando, grazie all’interessamento di Matilde Siracusano, Stefania Prestigiacomo e di tutti i nostri parlamentari una proposta di legge affinché il Governo dichiari lo stato di emergenza, stanzi le risorse e consenta di risolvere questa emergenza delle baraccopoli a Messina che è un’emergenza sociale, ambientale e sanitaria. Siamo venuti – ha aggiunto Gelmini – con tutti i colleghi siciliani di Forza Italia per ribadire il nostro impegno in Parlamento e per favorire la soluzione di questo annoso problema della baraccopoli. Siamo qui non per fare una denuncia o per fare propaganda. Ci interessa dare il nostro contributo affinché dopo l’impegno della Regione che ha già dichiarato lo stato di emergenza e ha stanziato 50 milioni di euro, anche il Governo si muova. La parola Sud dall’agenda di Governo è stata completamente abolita”.

“Non pensiamo – ha concluso Gelmini – che i problemi del Mezzogiorno si risolvano con il reddito di cittadinanza, pensiamo invece che vadano affrontati i singoli problemi. E certamente il fatto che ottomila persone vivano in baraccopoli nel 2020 non è assolutamente accettabile. Non possiamo fare una questione di competenza, ciascun Ente deve fare la propria parte”.

Al termine della visita la delegazione ha incontrato amministratori e militanti che hanno illustrato il piano per la realizzazione del Ponte Sullo Stretto. “Credo che grazie anche alla vittoria di Jole Santelli in Calabria, quello del ponte sullo Stretto possa essere un tema da riprendere, anche perché è assurdo pagare delle penali per una mancata realizzazione – ha detto Gelmini – quella del Ponte è sempre stata una battaglia che Berlusconi ha portato avanti”.

 

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